Due giorni sul tetto

Creato il 15 marzo 2011 da Mcnab75

Hiromitsu Shinkawa, 60 anni, è uno dei simboli del terribile terremoto in Giappone. La sua casa nella prefettura di Fukushima è stata spazzata via dallo tsunami e lui si è salvato aggrappandosi al tetto, trasformato in una zattera d'emergenza. Ci sono volute 48 ore prima che un cacciatorpediniere della Marina Militare lo riuscisse a portare in salvo. Nel mentre la zattera-tetto era stata spinta più in là di quindici chilometri rispetto a dove sorgeva originariamente la casa di Hiromitsu.

Il poveretto, oltre a perdere tutti i beni materiali durante il cataclisma, ha perso anche la moglie, inghiottita dallo tsunami. Il signor Shinkawa sarà uno dei tanti nuovi hibakusha, un sopravvissuto, costretto a portare su di sé il fardello di un fato avverso che sembra gravare da sempre sul popolo giapponese.

Mi viene naturale pensare come possono trascorrere 48 ore, isolati nel bel mezzo di una devastazione apocalittica, con la consapevolezza che la propria esistenza è stata cancellata di colpo, senza nemmeno che il destino cinico e baro avesse l'accortezza di bussare alla porta.

Due giorni in cui ci si aggrappa all'unica cosa rimasta, ossia la vita.

Penso che davanti a un'esperienza del genere sia lecito riconsiderare il valore di tutte le cose di cui riempiamo le nostre effimere esistenze. Anche se poi non riusciremo comunque a farlo, episodi come questo dovrebbero insegnarci che tutto ciò con cui ci avveliamo ogni giorno, invidie, egoismi, cattiveria, litigi, burocrazia, è un composto tossico che toglie tempo prezioso alle uniche cose su cui dovremmo invece concentrarci: le persone a cui teniamo davvero e le passioni positive che danno un senso alla nostra presenza su questa palla di fango sospesa nel cosmo.


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