E per confonderle ancora di più: La bastarda di Istanbul di Elif Shafak - questo è il libro di cui vi parlo - sa trasportarci in una Turchia che non è quella di altri grandi scrittori come Orhan Pamuk (di cui mi manca però l'ultimo libro), la Turchia dei giannizzeri e dei pascià. Affonda nelle storie terribili del passato - in particolare nelle terribili vicende degli armeni - eppure lo fa con una leggerezza da romanzo ambientato nella Manhattan di Woody Allen. E questo senza rimuovere, senza nascondersi. Semplicemente sprigionando un'idea di futuro, attraverso la capacità delle persone di ritrovarsi e andare oltre i muri.
Ecco, è questa la storia che racconta Elif Shafak. La storia di due giovani donne, Armanoush, americana in cerca delle proprie radici armene, e Asya, ragazza turca. Due persone che tutto ha congiurato per dividere. E che invece riescono a diventare amiche e a scoprire il segreto che lega le loro famiglie.
Non dico più. Ma questo romanzo sa di buona medicina, in questi tempi di muri e di sangue.