Due italiani, residenti in Canada, a spasso per gli Stati Uniti.

Creato il 16 settembre 2013 da Jle
Eccoci qua finalmente con nuove avventure da raccontarvi!! 
Cominciamo dalla fine, che ne dite? Per chi ci avesse seguito sul nostro gruppo Facebook in questi ultimi giorni, si sarà chiesto cosa ci sia successo al border... Non so se ricordate qualche post fa (forse più di qualche post fa), in cui vi spiegavo come sono i confini di stato; per chi non lo sapesse, non ci si trova di fronte a due controlli, ma giustamente solo la nazione nella quale si sta entrando verifica i documenti: in questo caso stavamo "tornando a casa".
Come (troppo) spesso succede, ci si ritrova in coda al casello, un po' come capitava nei tempi andati, quando noi friulani andavamo in Slovenia a fare benzina (ma voci di corridoio mi dicono che si sta tornando di nuovo in Slovenia per benzina e sigarette per i costi inferiori rispetto all'Italia). Così, come da regolare copione della domenica sera, incolonnati dietro ad altri canadesi, pian piano ci apprestavamo a raggiungere il casello.

Seattle

Si procedeva lentamente, si parlava dei 3 giorni appena trascorsi, ascoltando musica e preparando i passaporti e gli scontrini dei nostri acquisti negli Stati Uniti (una tip: se vi capita di andare negli States dal Canada in auto, è consigliabile tenere tutti gli scontrini degli acquisti perchè potrebbero richiederli a causa delle ristrettezze in merito alla quantità di cose che si possono comprare). Tutto regolare insomma. A circa 50 metri dal casello, dal cofano della macchina ha iniziato ad uscire prepotentemente del fumo (per fortuna bianco): panico paura! Diego, con la sua solita calma proverbiale ha prontamente accostato a sinistra (fortunatamente eravamo già nella corsia vicino al ciglio) e, spento immediatamente il motore, mi ha invitata a prendere documenti e cellulari e uscire immediatamente dall'auto, just in case...
La scena, a priori, è stata parecchio simpatica: un sacco di fumo bianco, noi che saltiamo fuori di corsa dall'auto mentre tutte le altre macchine incolonnate in fianco, guardano atterrite la scena...Stile film americano insomma ;) "Quella macchina sta per esplodere, scappiamo!!!"
Non c'è stata nessuna esplosione di sorta ovviamente, le macchine in real life non esplodono come nei film
(ok, lo ammetto, l'ho scoperto l'altra sera XD), quindi tempo che tutta l'acqua a contatto col radiatore bollente finisse di evaporare, abbiamo aperto il cofano per identificare il problema.
Per farvela breve, si è rotta una giunzione del liquido di raffreddamento del radiatore (che in inglese si chiama: heater hose pipe adapter :D ), quindi nulla di troppo grave o troppo dispendioso per fortuna! Il giorno dopo, con meno di 100 dollari, le mani d'oro di Diego e i gentilissimi cops al border che ci han permesso di lasciare la macchina là invece di chiamare un carroattrezzi (con quante "t" si scrive?!), bella che fatta, risolto il problema! :)
Insomma, avrebbe potuto essere molto molto peggio: potevamo essere ancora negli States, con i cellulari in roaming e la macchina con un problema ben molto più grave, invece sì, tecnicamente eravamo negli USA ma per fortuna abbastanza vicini da prendere già le frequenze canadesi e abbastanza vicini da essere aiutati dai cops canadesi del border!
Prima di passare alla nostra "conquista dell'America", ci tengo a sottolineare l'efficienza e la disponibilità degli ufficiali del border: quando si tratta di visti e di immigrazione, sanno essere davvero..come dire...bastardelli (ok, fanno solo il loro lavoro in effetti!), ma quando si tratta di dare una mano a due poveri ragazzi impantanati a 50 mt dal confine con la macchina fumante, sono davvero efficienti e gentili.
Ci hanno fatto entrare in Canada per la corsia preferenziale, ovviamente controllandoci poi i documenti (POI, fidandosi di noi...anche perchè non potevamo scappare a piedi e sperare di andare troppo lontano XD), ma senza le trecento domande di rito che di solito usano fare: "Abiti qui? La macchina è tua? Come vi conoscete voi due? Che lavoro fate? Quanti capelli avete in testa? La mamma di Pierino ha tre figli, Qui, Quo e...?", insomma, avete capito ;)
Bene, basta disavventure e parliamo un po' del "sogno americano"!
Premessa: molti, e noi compresi prima di trasferirci qua, non hanno ben presente le distanze Nord americane.
L'Europa, vista da qua è davvero piccina piccina (bè, anche vista "da là"), guidabile comodamente in tempi umani. Qua invece, guardi su maps la cartina e ti sembra tutto vicino: TI SEMBRA, invece è tutto maledettamente distante!! Non è una cosa da sottovalutare, certo, si può guidare ovunque anche qui ma le tempistiche sono decisamente diverse. Molto diverse!
Per capirci: da Vancouver a Seattle, che è la città più grande raggiungibile in auto nei famosi "tempi umani" se uno ha un week end a disposizione (perchè se uno ha 6 mesi per girarsi l'America, quello è un altro discorso!), è a "sole" 3 orette e mezza circa di macchina, (200km circa)...Border permettendo (eggià, niente più Europa senza confini...).

Portland

Portland, che si trova in Oregon, la città nella quale abbiamo trascorso la prima notte delle due a disposizione, è all'incirca a 5 orette (500km circa) da Vancouver, secondo Google Maps... In realtà noi ce ne abbiamo impiegate qualcosa come 7: coda di 30 minuti al confine americano, coda infinita tra Seattle e Tacoma con un traffico allucinante e limiti massimi sulle autostrade di 110km. Tutto questo ha fatto sì che i tempi si dilatassero e la guida non fosse chissà che rilassante.
La città è carina in sè, molto molto verde, forse più verde di Vancouver (il che è tutto dire visto la quantità di alberi e parchi che ci sono a Vanc!), fontane, una bellissima passeggiata che costeggia il fiume e, a mio avviso, la cosa più importante di tutte: la Powell book store, la più grande libreria al mondo che occupa un intero isolato!!

Portland

Non ho molto da dirvi in merito a monumenti e attrazioni storiche perchè sinceramente la storia delle città americane è relativamente breve rispetto alla nostra vecchia Europa; molti grattacieli e palazzi imponenti, ma la libreria è un qualcosa che deve essere vista! Io sono appassionatissima di libri e quel posto è incredibile!! Vi lascio immaginare quanto grande possa essere: libri organizzati benissimo con scaffali che arrivano al soffitto, sezioni per tutte le età, con tanto di cartina all'ingresso, insomma, un sogno!
...ah, forse ho dimenticato di dirvelo ma Portland è famosa anche per essere tax free... Già, avete capito bene, per una volta tutti i prezzi esposti sono quello che effettivamente andrete a pagare (in Canada e nel resto degli Stati Uniti è tutto xx dollari +TASSE, sempre!), quindi non mi sono fatta mancare dello sano shopping, anche di libri ovviamente!!! ...senza contare che negli Stati Uniti costa quasi tutto meno rispetto al
Canada!
Un aneddoto simpatico è accaduto la sera a Portland. Io e Diego usciamo a cena e, finalmente, il mio uomo si sfrega le mani all'idea di potersi bere una buona birra ad un costo decente (a Vancouver han prezzi spropositati!). Ci sediamo, ordiniamo e, come di consueto, la cameriera di turno ti chiede un documento per verificare che tu sia maggiorenne, con la frase "May I ask you to show me your passport or an American ID?" ...ok, no problem, gli presentiamo due documenti canadesi e, nel caso non fossero stati sufficienti, avevamo pronto anche qualche documento italiano, tiè, siamo organizzati noi!! Ovviamente i passaporti, col visto canadese super prezioso appiccicato sopra, avevamo preferito lasciarli in hotel, per non rischiare di perderli.
Il problema? Bene, ricordatevi questo se andrete mai in Oregon: c'è una legge che dice che, per bere alcool,  o mostri un documento americano oppure il passaporto, altrimenti ti attacchi al tram. Solo questi due documenti sono accettati, altrimenti NO alcool, ma non solo, non puoi nemmeno sederti al bar ma devi andare nella zona ristorante!
...ovviamente la cameriera non aveva colpe, ma Diego era visibilmente girato XD
Insomma, non si finisce mai di imparare/stupirsi ;)

Seaside

Ricapitolando, venerdì siamo arrivati a Portland, giretto nella città e sabato pomeriggio, dopo aver passeggiato per downtown, siamo ripartiti alla volta di Seaside, sempre in Oregon, ma sulla costa pacifica, a circa un'oretta e mezza da Portland.
Il posto è molto molto carino e altrettanto turistico. Onde alte da surf, molti localini, negozietti e hotel a non
finire. E' il posto ideal per passare una vacanza al mare, con spiaggia di sabbia e passeggiate sul lungomare.
Non manca proprio nulla: il tramonto è stat stupendo, finalmente dopo tanto abbiamo visto il sole tramontare sull'oceano. Purtroppo da Vancouver non è possibile godere di un tramonto così perchè c'è Vancouver Island che fa da barriera e quindi il sole si nasconde dietro alle numerose isole che la compongono.
La cosa carina di questo posto è stata la casa nella quale abbiamo alloggiato: è un posto davvero da sogno!
Si tratta della casa più vecchia della cittadina, ha 121 anni e, grazie alle numerose stanze a disposizione (9 camere da letto in tutto), l'hanno trasformata in un bed&breakfast. E' tutta in legno, con scricchiolii annessi, arredata in stile dell'epoca e del luogo, tenuta davvero divinamente. Le stanze sono sontuose con letti a baldacchino e tutti i confort per essere coccolati al meglio (con tanto di asciugamani davvero soffici!): nella
nostra c'era pure un tavolino con due divanetti, ma per spiegarvi meglio vi allego le foto che rendono molto meglio l'idea!

il ponte

Il giorno successivo, domenica, abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare, pranzo a base di croissants e cioccolata calda (anche se splendeva il sole e c'erano 28 gradi!) e poi siamo ripartiti alla volta di Vancouver , ma attraverso un percorso leggermente più lungo ma molto più spettacolare, costeggiando per un tratto la costa e prendendo un ponte incredibile che collega lo stato dell'Oregon con lo stato di Washington (anche qui le foto faranno il loro dovere!).
Il resto è storia come si dice, tutto è bene quel che finisce bene!
La vita a Vancouver invece procede sempre al solito, si lavora (tanto che non avete un'idea) e questa ultima
settimana è stata particolarmente bella, metereologicamente parlando! Abbiamo sfiorato i 30 gradi, con un cielo azzurro fantastico e serate miti e piacevoli! Purtroppo, come da copione, la prossima settimana (in verità dicono già da domenica), le temperature si abbasseranno notevolmente, con massime sui 18 gradi e...indovinate un po'...pioggia!!
Una news è che si ricomincia con i patemi d'animo dovuti al visto... In verità questa volta la stiamo prendendo molto easy, come si suol dire, ma finalmente hanno cominciato a processare i miei documenti per il BCPNP col quale poi (in caso di risposta positiva ovviamente), potrò applicare per la residenza permanente. In pratica è il via libera dalla provincia che dice: "Abbiamo esaminato tutto il malloppo di documenti e Jle è ok per lavorare in questo settore perchè in BC c'è mancanza di figure professionali in questo campo". Teoricamente, come da loro mail, nel giro di un mesetto e mezzo dovrei avere una risposta e non mancherò sicuramente di farvelo sapere :)
Anche le nostre attività in collaborazione col Centro Culturale Italiano proseguono alla grande. A breve è previsto un altro incontro che non mancheremo di postare su Facebook e qui sul blog.
Il sito è quasi pronto, mancano ancora un po' di sezioni ma sarà operativo al più presto!
Grazie a tutti voi, scusate al solito se tardano le nostre risposte ma come vi diciamo sempre, il numero di mail aumentano ma le nostre braccia purtroppo restano sempre 4. Vi invitiamo a postare le vostre domande sul nostro gruppo Facebook del Diario da Vancouver così i nostri lettori possono contribuire a fugare i vostri dubbi e le vostre domande.
Ci sentiamo presto, un grande grande grande abbraccio a tutti voi, vi lascio con una frase di una canzone che stavo ascoltando in auto prima tornando a casa dal lavoro:

Tramonto a Seaside


"Ho imparato a sognare,
quando inizi a scoprire che ogni sogno ti porta più in là.
Cavalcando aquiloni, oltre muri e confini
ho imparato a sognare da là."
Jle
P.s. io non ho ancora sentito nessuno che è emigrato qui, con famiglia, senza, da solo o in compagnia, con 1
o 4 gatti/cani al seguito, pentirsi della scelta che ha fatto. Certo, nessuno ha mai detto che è facile, che non pensa mai a casa, all'Italia, che non ha mai nostalgia, o che qui è il paradiso, ma tutti, tornando indietro, rifarebbero la stessa scelta, noi compresi... A voi le conclusioni... ;)

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