Due libri da leggere, soprattutto il secondo

Creato il 07 agosto 2013 da Symbel

In questi giorni, aiutato dal relax delle ferie estive, ho letto due libri di fila, velocemente uno dopo l’altro (un tempo riuscivo anche a leggerne due contemporaneamente).
Due libri completamente diversi, di due autori completamente diversi, di due generi completamente diversi, eppure sotto una certa lente, del tutto simili.
Il primo è il romanzo del fresco vincitore del Premio Strega 2013, Walter Siti, intitolato “Resistere non serve a niente” edito da Rizzoli.
Walter Siti, critico letterario, saggista e scrittore sessantaseienne di Modena. Il suo romanzo tratta di speculazione finanziaria, tema molto attuale, seguendo la vita di Tommaso, un ragazzo di borgata che, nato in una famiglia povera, si arricchisce in modo smisurato grazie alle sue geniali capacità di ragionamento matematico e di conseguenza conduce una vita sopra le righe, non priva di contaminazioni malavitose, ma non vi svelo di più.
Il secondo libro invece non è un romanzo, ma quasi un diario, il suo autore è Gianluca Nicoletti e il titolo del libro è “Una notte ho sognato che parlavi” edito da Mondadori.
Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo italiano, attualmente speaker di Radio 24 ed editorialista de La Stampa, nato a Perugia 59 anni fa.
Nicoletti scrive della sua personalissima esperienza di padre con il figlio secondogenito Tommaso, affetto da autismo e, come capita per il 30% degli autistici, anche da epilessia.
Tommaso e Tommaso.
Walter Siti usa una scrittura cruda, esplicita, senza pietà, delle volte quando si avventura in alcune descrizioni viene quasi voglia di saltare la pagina come quando si decide di mandare avanti il film con la scena troppo forte, perdendo la quale non sembra di sottrarre nulla alla trama.
Anche Nicoletti, seppur descrivendo una storia intima, dolorosa e delicata, non indulge nel pietismo, non cerca la lacrimuccia del lettore, magari spinto a compassione per un padre con la vita totalmente (o quasi) monopolizzata da quella del figlio, ormai in età adolescenziale, ma con il cervello di un bambino (forse) e soprattutto che non parla e non esprime affetto come ci si aspetterebbe.
Il libro di Nicoletti gioca tutto sull’incomunicabilità, o meglio su una comunicazione “diversa”, forse anche migliore perché non condizionata e disturbata dalle convenzioni che ci circondano.
Ma anche Walter Siti a suo modo racconta di un protagonista che ha difficoltà a comunicare se non con la spietatezza dei calcoli, la prepotenza del denaro, la sregolatezza sessuale per la quale l’autore lascia pochissimo spazio all’immaginazione del lettore.
Non dico di più, sono entrambi due libri da leggere, due opere che, pur essendo molto diverse, potrebbero avere recensioni intercambiabili, persino i titoli potrebbero essere scambiati, e, ma questo conta meno perché è un mio personalissimo parere, anche la bottiglia con il famoso liquore di colore giallo, che da il nome al premio letterario, non avrebbe fatto scandalo in mano a Gianluca Nicoletti per “una notte ho sognato che parlavi”, solo che lui, con molta probabilità, conoscendolo, avrebbe avuto difficoltà ad andare a ritirarlo.

P.S.: aggiungo in coda un piccolo particolare: la vendita del libro di Gianluca Nicoletti contribuirà a portare avanti un progetto promosso dall’autore, per la realizzazione di un parco creato su misura per gli autistici, con tutte gli accorgimenti e le attenzioni che meritano coloro che sono affetti da questa singolare malattia.



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