Le esenzioni fiscali concesse alla Chiesa costano allo Stato italiano un’indagine formale dell’Ue per aiuti di Stato incompatibili con le norme della concorrenza.
Dopo quattro anni di informazioni , due archiviazioni e una serie di controricorsi , Bruxelles mette in moto un’indagine approfondita sui privilegi fiscali attribuiti agli enti ecclesiastici in settori in cui la Chiesa è leader nazionale: ospedali, scuole private , alberghi e altre strutture commerciali che godono di un’esenzione totale dal pagamento dell’Ici e del 50% da quello sull’Ires. Con un risparmio annuo che si avvicina ai due miliardi di euro e conseguenti vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti laici.
La procedura aiuti sarà aperta a metà ottobre dalla Commissione europea. Nell’introduzione del documento redatto dal Commissario alla concorrenza Almunia si legge “Alla luce delle informazioni a disposizione la Commissione non può escludere che le misure costituiscano un aiuto di Stato e decide quindi di indagare oltre”. Tra 18 mesi la Ue dovrà emettere un verdetto.
La procedura contro lo Stato italiano si articolerà su tre fronti : subito sotto accusa il mancato pagamento dell’Ici e la il fatto di aver conferito la qualifica di enti commerciali a enti ecclesiastici. Il terzo filone lo sconto del 50% dell’Ires concesso agli enti della Chiesa che operano sulla Sanità e nell’istruzione.
L’esenzione totale dell’Ici è stata introdotta nella campagna elettorale del 2005 , quando Silvio Berlusconi voleva amicarsi i cattolici. Nel 2006 fu rivista da Prodi che messo sotto pressione dalla Ue aveva ristretto i privilegi solo alle attività non esclusivamente commerciali. Intervento aggirato da ospedali o scuole che a loro interno hanno una cappella.
Le norme erano state portate da una denuncia di un radicale e del segretario di anticlericale.net.
La commissaria Kroes aveva archiviato due volte il caso e in molti raccontano di forte pressioni ricevute dal Vaticano. Di fronte all’ennesima archiviazione i duellanti si sono presentati davanti alla Corte di giustizia e i legali di Bruxelles hanno convinto Almunia ad aprire la scomoda procedura per evitare una condanna per inazione da parte dei giudici del Lussemburgo.
Per Almunia l’esistenza di aiuto di Stato è resa chiara dal minor gettito per l’erario e la norma viola la concorrenza , dato che i beneficiari sono in concorrenza con altri operatori nel settore turistico- alberghiero e della sanità. Insomma le condizioni dell’esistenza dell’aiuto e della sua incompatibilità sembrano soddisfatte.
Con l’apertura dell’indagine le parti avranno un mese per presentare le proprie ragioni. Quindi entro 18 mesi Bruxelles deve decidere se assolvere o condannare l’Italia , con conseguente fine dei privilegi e inevitabile rimborso all’erario delle tasse non pagate dagli enti ecclesiastici.