Due Novembre: discorso in memoria dei Caduti di tutte le guerre al Cimitero Maggiore di Crema

Creato il 02 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Interessante discorso del sindaco di Crema in ricordo dei caduti di tutte le guerre. Parole colme di umanità e di rispetto per la vita altrui. E non c’è vita senza libertà. Ecco un sindaco che non mette tutti i defunti sullo stesso piano.

Sentiamo ripetere spesso che la guerra è inutile. Ognuno di noi istintivamente si riconosce in questa espressione.
Eppure la guerra non è mai finita, esiste nel nostro pianeta, da qualche parte tutti i giorni. Esiste nel nostro pianeta anche quando non la vediamo, quando devasta intere popolazioni, anche quando crea condizioni di povertà talmente estreme da limitare le aspettative di vita degli individui, dimezzandola rispetto a quella dei paesi occidentali, come accade alla popolazione afgana, da decine di anni alle prese con una guerra senza fine.

Talvolta il conflitto coinvolge tutto il mondo ed entra nei libri di storia, com’è accaduto per la prima e per la seconda guerra mondiale, che insieme hanno prodotto quasi 100 milioni di morti, un numero mostruoso di feriti e decine di milioni di dispersi.

Il mondo non è mai stato davvero in pace, nemmeno per un solo giorno e gli uomini muoiono, in continuazione per causa delle guerre, piccole o grandi che siano.

Ma chi muore in guerra, perché gli è stato chiesto di difendere il proprio paese, non si è sacrificato invano, perché se è vero che la guerra è inutile, è altrettanto vero che gli uomini e le donne chiamati a combattere per difendere la propria gente dalle prepotenze, non sono stati inutili, anzi ci consentono di essere qui, oggi, a ringraziarli per averci sottratto a un destino molto peggiore di quello toccato in sorte a noi occidentali.

Per questo, commemorare significa ringraziare, in questa giornata dedicata ai caduti di tutte le guerre. Ringraziare coloro che combatterono dalla parte degli uomini liberi, perché potessimo mantenerci tali.
Significa ricordare ogni singolo defunto, anche quelli dalla parte sbagliata, coloro che stavano con chi voleva piegare il mondo mediante la violenza. Non perché abbiamo dei debiti con loro, non possiamo avere debito con chi attentò ai diritti degli uomini, ma semplicemente perché persero la vita. Un prezzo sempre inaudito, per i giusti e per gli ingiusti.
Noi oggi siamo qui per i giusti, ma proprio perché essi morirono per un mondo migliore, la nostra compassione deve arrivare anche a quegli uomini che non seppero resistere alla seduzione del male, perdendo così la vita due volte. Perché perirono e perché lo fecero per una causa sbagliata.

Conservo il ricordo della mia nonna paterna, la quale mi raccontava che sua madre, per anni, aveva messo da parte la frutta di stagione e apparecchiato la tavola, la sera, per il figlio disperso nella campagna di Russia e quella indiretta testimonianza di un dolore lontano ha spesso colpito il mio immaginario di bambina. Solo oggi però, da adulta, riesco ad intuire quello che può essere lo strazio di una madre che non ha nemmeno la possibilità di piangere sul corpo del proprio figlio.

Un ricordo particolare lo vogliamo dedicare alle vittime più recenti, ai caduti in missioni di pace, militari o comunque operatori impegnati in missioni umanitarie. Penso in particolare al caduto più recente, in questa settimana, l’Alpino Tiziano Chierotti.

Non sciupiamone l’insegnamento, ma continuiamo a raccontare ai nostri figli che anche oggi la pace non è data per sempre, ma ci chiede giorno per giorno di proteggerla, anche nelle nostre case, cominciando a insegnare ai nostri figli il rispetto per i loro compagni di viaggio, quale che sia il colore della loro pelle o il culto da loro professato.
La guerra si contrasta nelle nostre case, non sembri un’affermazione gratuita, perché tutto ciò che turba la pace nasce dal cuore di ex bambini che non conobbero l’amore e il rispetto.


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