Qualche settimana fa un istituto superiore della provincia di Roma mi ha chiesto di pensare un progetto per intervenire contro il razzismo. È stata l’occasione per fare alcune valutazioni sulla presenza di persone straniere e sul razzismo in Italia in generale, a Roma e nel Lazio in particolare, nella società e a scuola.
Su alcuni dei fattori che stanno alla base del razzismo, ad esempio il bisogno di mantenere una buona valutazione di noi stessi considerando che il gruppo cui apparteniamo sia migliore degli altri, ho scritto in precedenza. In questo breve articolo non voglio snocciolare teorie psicologiche né aneddoti di romana quotidianità né riportare certi commenti pieni di indifferenza, disprezzo o incomprensione che si sono levati riguardo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre scorso. Voglio elencare alcuni dati su cui ciascuno potrà riflettere.
Siamo razzisti?
Il secondo libro bianco sul razzismo in Italia evidenzia come, dal 2007 al 2011, gli episodi di violenze verbali e fisiche e le discriminazioni basate sulle origini nazionali o etniche siano più che triplicati.
Sempre a livello nazionale, il 35,6% degli adolescenti valuta in modo negativo la presenza in Italia di persone di origine straniera: anche in questo caso, è una percentuale che si è più che triplicata rispetto agli anni precedenti.
Razzismo a Roma e nel Lazio?
Il Lazio è la seconda regione italiana per presenza di residenti di cittadinanza estera, dopo la Lombardia. A Roma o nella provincia di Roma si tratta probabilmente di mezzo milione di persone. Come vivono? Direi, per i fatti loro.
Il Lazio è infatti la penultima regione italiana per livello di inserimento sociale degli stranieri: quanto a inserimento sociale degli stranieri (ripeto: mezzo milione di persone), Roma occupa il centesimo posto su cento tre province.
Non so a voi, ma a me vengono i brividi.
Photo credit: MrArtsy