Succede che alla Conferenza di programma della Cgil, in programma venerdì e sabato al Palalottomatica a Roma, il Pd sarà costretto a spostarsi ulteriormente a sinistra.
Per Susanna Camusso, la due giorni programmatica sarà l’occasione per rilanciare le istanze sindacali portate avanti dalla Cgil, operazione destinata a pesare non poco, se vincerà Bersani, nelle decisioni che verranno prese dal governo, rischiando di mettere in seria difficoltà il suo futuro alleato, Monti.
Sulle proposte della Cgil, già enunciate, che prevedono 40 miliardi di tasse in più all'anno per il finanziamento di un pacchetto di investimenti del tutto dirigistico e il ritorno delle nazionalizzazioni (poste e trasporto pubblico locale), Monti si troverà di fronte al dilemma e Bersani non se la potrà cavare con qualche battuta.
Come, del resto Monti, la cui prospettiva è quella di governare con Bersani, e dunque la Conferenza di programma della Cgil. si annuncia come un crocevia della campagna elettorale: da come ne usciranno Bersani, e Monti, dipendono gli sviluppi successivi.
Se Monti non riesce a presentarsi come altro dalla sinistra, dovendo per realismo mantenere buoni rapporti con essa in previsione di un'intesa di governo, saranno cavoli amari; su queste ambiguità per il centrodestra e per Berlsconi arriva una vera pasqua politica perché, se Bersani si sposta ulteriormente a sinistra, gli elettori di centrodestra, quelli oggi potenzialmente orientati verso Monti, tornerebbero a votare Berlusconi anche perché per Monti comunque la coperta è sempre troppo corta, costringendolo a mantenere una certa ambiguità nella sua proposta politica, per non far esplodere già in campagna elettorale le contraddizioni, probabilmente insanabili, con la sinistra.
Insomma, un film già visto con l'ultimo governo Prodi... e sappiamo tutti come è finita.
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