Due piccioni con una fava. Salvata Piazza Navona dal suk, sbugiardate le brutte menzogne del PD

Creato il 27 novembre 2015 da Romafaschifo
Le scuse vanno ai nostri lettori. Hanno dovuto sopportare per settimane una quantità invero anomala di pubblicazioni relative a Piazza Navona. Oggi forse avete capito perché. Dal primo istante dopo l'uscita del bando, la time line delle pubblicazioni è rintracciabile, abbiamo parlato di truffa, ciò che oggi, dopo settimane, hanno confermato gli ispettori corroborati dall'Authority di Raffaele Cantone. Abbiamo segnalato le incongruenze sulla qualità, abbiamo ispirato ottimi articoli su altri organi di stampa, abbiamo spinto assieme l'amministrazione a integrare con un disciplinare di qualità, abbiamo spiegato i motivi per cui si stava impiegando settimane e settimane (l'authority ci ha messo due giorni) a controllare le partecipazioni, abbiamo denunciato la non-nomina di un capo-giuria di chiara fama. Il tutto lo abbiamo fatto sotto il continuo fuoco di fila del Primo Municipio, che ha sempre difeso l'impianto a spada tratta, e con una lieve supporto da parte del Comune che però è venuto rapidamente meno vista la fine che nel frattempo ha fatto Ignazio Marino.

Il risultato però anche quest'anno c'è stato. Lo scorso anno facemmo saltare la Fiera della Befana scoprendo in extremis una pastetta in Consiglio Comunale che mirava a rendere vane le modifiche richieste da Vigili del Fuoco e Soprintendenza; quest'anno puntando sulle caratteristiche raccapriccianti del bando. Anche nel Natale 2015 e Befana 2016 una delle piazze più belle del mondo sarà libera. E di questo dobbiamo ringraziare anche voi, i più attenti tra voi, e la vostra capacità di percepire e cogliere le tante denunce che transitano su queste pagine e farle diventare opinione diffusa in città. Insomma la quantità (impressionante) e la qualità (sorprendente) di chi frequenta quotidianamente queste pagine: Grazie.

Ma è dunque tutto come lo scorso anno? No, ci sono delle novità divertenti quest'anno.

La più divertente, nuova rispetto allo scorso anno, è stata la reazione scomposta degli orfiniani. Buffa genìe politica attualmente a capo di quel poco che resta del Partito Democratico a Roma, gli orfiniani si caratterizzano per comportamenti ed atteggiamenti non distanti da quelli che vostro figlio di 8 anni ha a scuola, quando gioca con gli amichetti. O quando viene colto con le mani nella Nutella (che è il massimo orizzonte di prodotto artigianale di qualità per un orfiniano medio). 

Dispettucci, nascondere la verità, negare l'evidenza anche a costo di cadere nel ridicolo e tentativo quasi sempre maldestro di rigirare la frittata per mettere in difficoltà, pugnalando alla schiena, chi prima era alleato e ora, per mera cattiva fede, diventa nemico del momento. Il risultato sarebbe comico se non fosse tragico. In buona sostanza è successo - chi ci legge da Trieste o da Trapani faticherà a crederci - che il presidente nazionale del Partito Democratico si sta occupando da giorni di quattro bancarelle iellate incartandosi sempre di più e contraddicendosi pur di difendere poco significativi elementi della sua corrente a Roma. I suoi uomini fanno pasticci e lui invece di dare scapellotti, difende l'indifendibile. La strategia è stata: dare la colpa del pasticcio di Piazza Navona a Marino ed alla sua Giunta e contestualmente prendersi tutti i meriti di quello che succede. A dispetto di ogni evidenza e di ogni buon senso.

LE BUGIE DEGLI ORFINIANI SUL DISCIPLINARE

Orfini e gli orfiniani sono arrivati a dire che la riduzione dei banchi dello scorso anno era merito loro (ma si trovano ancora in rete le loro dichiarazioni dello scorso anno che sostenevano fosse una riduzione imposta dalle Soprintendenze); sono arrivati a dire che il bando quest'anno è stato impugnato perché fatto da Marino (ma ci sono fior di dichiarazioni di qualche settimana prima in cui spiegano che il Comune non c'entra niente perché il bando è del Municipio e che anzi nessuno deve metterci bocca). Non sapendo a cosa appigliarsi nelle ultime ore gli orfiniani, non redarguiti come sarebbe stato ovvio bensì ancora una volta spalleggiati dallo stesso Orfini, l'hanno sparata grossa: il bando garantiva la qualità, ma è saltato per colpa del disciplinare aggiunto da Ignazio Marino e da Marta Leonori. E' del tutto evidente che in assenza del disciplinare di qualità il bando avrebbe prodotto gli stessi risultati, ma che forse sarebbe stato più complicato impugnarli. Dunque senza il disciplinare il bando forse non sarebbe saltato. Ne consegue che il disciplinare ha avuto, eccome, un ruolo anche fosse stato solo quello di far emergere al pettine i nodi del problema e rendere ancora meno difendibile il risultato. 

IL PRIMO MUNICIPIO IN REALTA' LAVORA DA SEMPRE PER PROROGARE GLI INTERESSI DEI BANCARELLARI

Ovviamente la storia è radicalmente diversa da come gli orfiniani in preda ad una lancinante crisi di nervi la narrano. Il bando, sul quale i geni del Primo Municipio hanno lavorato mesi e mesi, così com'era faceva raccapriccio a dir poco, non è bastato un anno di lavoro per fare qualcosa di decente. Un prodotto cucito addosso alle lobbies bancarellare dei camion bar; ovviamente sindaco e assessore, appena vista sta schifezza intergalattica, hanno cercato di porre rimedio (al Municipio da sempre lottano per prorogare i Tredicine a Piazza Navona, come hanno fatto nel 2013 e come tentarono fino allo stremo di fare nel 2014, ma gli intendimenti del Comune non sono mai stati questi): è stato fatto in fretta e furia un disciplinare per rendere più inaccessibile il punteggio di qualità - con bando tutti avrebbero avuto semplicemente il massimo perché bastava autocertificare quattro sciocchezze - e questo disciplinare ha avuto il merito di rappresentare, nel settore dei dolciumi in special modo, la infima qualità dei partecipanti. Un merito non da poco.

IL DISCIPLINARE DI QUALITA' IN REALTA' FUNZIONAVA ECCOME

Per tutta la serata di ieri gli orfiniani hanno raccontato la storia di una Befana di Piazza Navona saltata a causa del disciplinare di Marta Leonori. Arrivando al punto di strumentalizzare il lavoro della Commissione Ispettiva di Tronca e dell'Authority di Cantone. 
Ovviamente niente di più falso. Il disciplinare, in realtà, pur non perfetto, avrebbe funzionato alla grande se solo avesse avuto ad interpretarlo non una giuria inadeguata e scelta alla carlona, ma un esperto di chiara fama come previsto al momento della redazione del disciplinare stesso. Per dimostrare in maniera univoca che il disciplinare funzionava basterebbe forse andarsi ad analizzare l'unica candidatura di qualità pervenuta (ma misteriosamente esclusa per questioni di giorno di arrivo del plico) ovvero quella della nota chef Cristina Bowerman di cui hanno parlato in questi giorni Il Messaggero e molti food blog italiani: si evincerà facilmente che quella candidatura, pur nuova sulla piazza e dunque non aiutata dall'anzianità, poteva raggiungere alti punteggi complessivi proprio grazie al disciplinare. Un esperimento che gli orfiniani potrebbero fare agilmente prima di blaterare. Certo è più comodo accantonare le candidature scomode con la scusa - peraltro ampiamente impugnabile - dell'arrivo oltre tempo massimo così non c'è la controprova.

COSA HANNO DETTO GLI ISPETTORI DI TRONCA

E' vero che gli ispettori hanno bacchettato anche il disciplinare (dicendo semplicemente che non garantisce la par condicio, ma è una osservazione un po' blanda giacché in un bando non ci deve essere la par condicio: se un operatore possiede un laboratorio artigianale per fare biscotti e uno non lo possiede è giusto che ci sia un discrimine a favore di chi lo possiede, no?) ma il grosso delle osservazioni sono state fatte al bando vero e proprio: 

-per quanto riguarda i tempi di risposta (vi ricordate il confronto che abbiamo fatto con Napoli) che non erano menzionati e che hanno permesso al Municipio di tenersi le carte per settimane e settimane tenendo in sospeso degli operatori che se avessero avuto una risposta in tempi civili oggi si sarebbero potuti riorganizzare magari partecipando ad altre rassegne e che invece così sono rimasti in trappola

-per quanto riguarda la modulazione di anzianità del 40%: gli ispettori dicono che non c'è legge che obbliga questo. E se fosse vero sarebbe una piccola rivoluzione. In effetti a leggere la Stato-Regione si dice che il 40% è il limite massimo, non che è il livello obbligatorio di anzianità da garantire. E anche qui tante frottole che al Primo Municipio ci hanno raccontato cadrebbero come un castello di carte. 

-per quanto riguarda la stolta norma di discriminare in base all'orario di arrivo (in caso di parità di punteggio), che è il motivo che ha portato alcuni concorrenti a intrufolarsi in qualche ufficio postale prima ancora dell'orario di apertura. E anche qui è una nostra denuncia. Tanto che il Corriere stamani riporta esattamente la nostra nota sulla famosa richiesta arrivata con un orario anomalo: 7,56, prima dell'orario di apertura di qualsiasi ufficio postale. Sarebbe stata spedita dall'ufficio postale del Quirinale, uno di quelli non accessibili al pubblico generico. Un particolare francamente inquietante se fosse confermato, che il Municipio e la commissione giudicante aveva totalmente ignorato.

-per quanto riguarda il controllo preventivo (e non a valle) dei requisiti. Vi ricordate quando parlavamo di Durc nei giorni passati? Vi ricordate quando chiedevamo al Primo Municipio di chiedere i requisiti (non solo l'autocertificazione) prima di rilasciare i titoli? Ecco anche gli ispettori l'hanno pensata allo stesso modo.

-per quanto riguarda infine la durata delle concessioni ritenuta forse eccessiva per via dei 10 anni. Le concessioni possono essere date fino ad un massimo di 12 anni, intendiamoci. Ma deve essere motivato dall'investimento necessario. Realizzare e costruire un box di metallo e vetro è oneroso, ma questo onere non può essere giustificato da una concessione di 10 anni che rende 1000 volte quell'investimento. Anche qui cade la fandonia di un Primo Municipio in strenua lotta contro le lobbies, tutto il contrario.

ECCO DIMOSTRATE LE BUGIE DEGLI ORFINIANI

Dunque gli ispettori bacchettano il disciplinare, sì, ma fanno tutta una serie di puntuali correzioni al bando. Ci sono due righe di menzione al disciplinare, ma poi il bando viene smontato nelle sue fondamenta pezzo per pezzo. Il bando, come noi ripetiamo dal 1 ottobre 2015 (qui c'è il primissimo articolo in cui lo smontiamo pezzo pezzo), era un bando-truffa. Affermare dunque che il bando sia stato impallinato dagli ispettori per colpa dell'allegato disciplinare è una bugia, una frottola, uno specchio sul quale solo un gruppetto sparuto di orfiniani poteva spericolatamente aggrapparsi. Non è un caso se in mano a lorsignori il Partito Democratico stia di fatto svanendo a Roma trasformandosi in una formazione politica da prefisso telefonico. Forse Renzi e i suoi dovrebbero un attimo rendersi conto che una emorragia continuativa e accanita porta il corpaccione ad essere poi difficilmente rianimabile...
Quello che ci stiamo domandando, da giorni ormai, va però oltre: cosa porta un personaggio di caratura politica nazionale come Matteo Orfini a farsi trascinare in un ginepraio simile? Cosa gli genera la coazione a ripetere di menzogne come sta facendo da giorni e giorni? Cosa lo fa mettere in una situazione imbarazzante e facilmente attaccabile?

E' ovvio che l'unica strada per Orfini per non far dimettere il suo assessore Pescetelli era quella di inventarsi una narrazione lontana dalla realtà. Ma salvare un compagno di partito val bene ricoprirsi di ridicolo? Evidentemente per questi giovani brontosauri della politica assolutamente sì.: il confine tra lealtà e dignità si fa labile. Difesa strenua del proprio gruppetto anche in spregio della città, in spregio di altre parti del partito, in spregio di chi critica (che si trasforma in troll). A questo giro gli orfiniani sono arrivati al punto più basso dell'alterco via social: "un giorno scoprirò chi vi pilota", ci ha detto Jacopo Emiliani convinto che non esista altro mondo fuor di quello dove lui è cresciuto, dove non contano le opinioni e la verità, ma l'obbedienza e la fedeltà. Neppure Storace o l'ultimo dei grillini (quelli del "chi ti pacaaa?")  erano arrivati a tanto.

Al di là delle risposte, che non arriveranno mai, Piazza Navona consente di mettere un nuovo tassello nel mosaico di lento riscatto della città. Se lo scorso anno una piazza libera dai bancarellari fu il primo segno simbolico post Mafia Capitale, quest'anno la fiera saltata per la seconda volta di fila ha messo a nudo tutti i limiti di questo modo vecchio, volgare, aggressivo, disinteressato delle sorti civiche e comuni, correntizio di fare politica. A fare gli spacconi, i prepotenti, i bugiardi e i gradassi non ci si guadagna nulla, anzi si fanno delle figuracce clamorose. Lo avranno imparato? Avranno imparato che il tempo in cui una menzogna ripetuta venti volta diventava verità è definitivamente esaurito esattamente come la pazienza e il sistema nervoso dei cittadini?