due poesie di Lucetta Frisa, una lettura

Creato il 29 agosto 2011 da Viadellebelledonne

Vorrei cambiare vita
abitudini faccia casa stile
in poche parole: morire.
Ricominciare
con uno scarabocchio stupefatto.
Aiutami a comperarmi abiti nuovi
aiutami a truccarmi di versi mai scritti

Da L'ALTRA (Manni, 2001)

La scelta di poesie all'interno di un quaderno1 di uno stesso autore è la risultanza di un legame, non tanto o necessariamente di affinità con il proprio corpus di lettore, quanto di un suo formarsi e venire incontro fra le righe in modo che, e prendo qui a prestito - magari in modo improprio - la bella definizione di poesia della stessa Lucetta Frisa, "nasconde un messaggio misterioso e desta in noi uno stato di allarme e stupore" 2.

E proprio questo stato, a sua volta, rafforza il legame, e il suo modificarsi, a distanza di letture, non fa che arricchire il mistero del messaggio, quando anche sembri svelarlo.

Nel caso delle due poesie proposte, il legame mi si è rappresentato, con la serendipità che contraddistingue le mie letture, mediante una serie di corrispondenze, (qui ne riporterò alcune), fra i versi della poesia "Clessidra" e quelli di facenti parte della lirica dalla raccolta "L'altra", come se la dilatazione di "tutte le cose" nel loro essere "possibili nella lente dell'occhio" dell'una subisse la contrazione che spinge il granello del sé nel "vorrei cambiare" del l'altra.

Il classico granello, la goccia: la clessidra si svuota inesorabile, ma capovolta ricomincia, e questo enfatizza la corrispondenza delle parti centrali, (a loro volta assi di svolta) di ciascuna poesia:
il "vinta: appaio come sono / [...] senza omettere nulla" si trasforma nella risoluzione di "Ricominciare / con uno scarabocchio stupefatto." (e mi piace sottolineare le valenze del "con" e dello "stupefatto");

e corrispondenza vi è fra i "quattro angoli della stanza" e le quattro variabili "abitudini faccia casa stile" che arcuano lo spazio esistenziale come coordinate attraverso le quali si verifica il cambiamento.

D"altra parte, se è uno "strano giorno" quello " dove nessuna polvere cade dietro nessuna lente -" , e occorrono "antiche possibilità" come " abiti festivi" "prima di cambiare corpo nel buio", allora occorrono anche " vestiti nuovi" e trucco " di versi mai scritti" (quando scritti saranno bambini capaci di vedere i nudi?) per poter cambiare.

infine, la scelta di illustrare il post con quella accostata proprio per la sua Donna allo specchio di Tiziano, scelta legata non solo a " natura. Clessidra" (che nel riferimento a a John Ashbery - non conoscendone l'esatta intenzione - mi ha suggerito l' " Autoritratto in uno specchio convesso" e l'"Ut pictura poesisdi Orazio), ma anche al l'altra poesia,

A John Ashbery

Tutte le cose sono possibili nella lente dell'occhio
come nel corpo della clessidra dove scorrono attimi
finché l'occhio avrà una lente, la clessidra un vetro.
Nella luce si amplificano i contorni e l'aria si solleva
ricadono scorie gli oggetti spariscono
la luce esce dalla polvere.
Ai quattro angoli della stanza il giorno trasale negli specchi
e la mia immagine è vinta: appaio come sono
in un'unica rappresentazione, senza omettere nulla:
le parole divise si saldano
quelle troppo salde tornano saliva.
Nella casa illuminata occhio e clessidra si inclinano.
Le antiche possibilità ora sono fatti,
le indosso come un abito festivo e avanzo nell'ombra
della mia doppia esistenza, nuda e abbigliata,
la osservo senza lacrime e mi sveglio in uno strano giorno
dove nessuna polvere cade dietro nessuna lente -
prima di cambiare corpo nel buio.

Da NOTTE ALTA (Book, 1997)

immagine Tiziano, Donna allo specchio da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/File:Portrait_d%27une_Femme_%C3%A0_sa_Toilette,_by_Titian,_from_C2RMF_retouched.jpg

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