Arriva anche da noi l'edizione rimasterizzata di uno dei migliori Tales mai realizzati e del suo sequel
Che Namco Bandai (o Bandai Namco?) abbia cambiato registro nei confronti dell'Europa - per non dire dell'intero Occidente - ormai è piuttosto evidente. Non tanto per la frequenza con cui ormai stiamo vedendo la serie Tales sugli scaffali nostrani, ma anche per la cura riservata nell'adattamento dei suoi titoli, i quali finalmente sfoggiano anche una traduzione in italiano e tanti bonus.
Si potrebbe fare qualcosa di più per le Collector's Edition europee, meno corpose rispetto alle loro controparti americane, ma chissà... magari arriveremo anche a quello. Nel frattempo, sorprende comunque la scelta di localizzare Tales of Symphonia: Unisonant Pack, titolo giapponese per questa edizione rimasterizzata dello storico jRPG per GameCube del 2003 che comprende anche il più recente sequel del 2009 sviluppato per Nintendo Wii: la versione nostrana, con tanto di dual audio giapponese e inglese e localizzazione multi-5 per tutti i gusti, è un vero e proprio piccolo sogno per tutti coloro che hanno mancato l'appuntamento di dieci anni fa e che si sono sempre chiesti perché Tales of Symphonia è rimasto nel cuore dei fan del franchise. Più del sequel, poco ma sicuro, ma a caval donato non si guarda in bocca... no?
Tales of Symphonia
Si potrebbe obiettare che di "donato" c'è ben poco in questo cavallo visto che Tales of Symphonia Chronicles non è certo gratis, ma il prezzo contenuto del disco comprende appunto due giochi, di cui uno che, da solo, è più longevo di molti altri titoli venduti a prezzo pieno. Tales of Symphonia è certamente il gioiello di questa corona e per spulciare ogni suo segreto possono volerci più di cinquanta ore, come da tradizione della serie Namco Bandai e delle sue lunghe storyline da cartone animato giapponese. Il protagonista di questa avventura si chiama Lloyd Irving ed è il tipico eroe scavezzacollo e immaturo che crescerà insieme ai suoi compagni di viaggio: inizialmente il suo scopo sarà quello di accompagnare, insieme all'amico Genis, la coetanea Colette e le sue guardie del corpo Kratos e Raine in una vera e propria processione da un tempio all'altro del mondo di Sylvarant. Colette è la prescelta e solo lei può ripristinare il mana ormai consumato del pianeta. Non vi anticipiamo nulla, ma come potete immaginare la faccenda non è poi così semplice e il gruppo si troverà costretto a compiere una scelta etica che potrebbe costare la vita non solo alla dolce Colette ma anche agli abitanti non di uno ma di due mondi.
Tra tradimenti, colpi di scena sorprendenti, alleanze e nemici potentissimi, si giungerà alla possibilità di un doppio finale che, in ogni caso, commuoverà e soddisferà pienamente i giocatori. Il cast di Tales of Symphonia è indubbiamente uno dei migliori nella lunga storia del franchise, sia per quanto riguarda il delicato character design del sempre bravissimo Kosuke Fujishima sia per quel che concerne la caratterizzazione dei personaggi, i quali all'inizio possono in effetti apparire abbastanza stereotipati ma nascondono in realtà delle sfaccettature che si faranno via via più interessanti. Nel gioco vero e proprio i personaggi assumono un aspetto decisamente più tozzo rispetto agli artwork di Fujishima: lo stile scelto per la loro rappresentazione grafica è un cel shading super deformed che forse non rende completamente giustizia alla qualità generale di modelli e animazioni. La versione proposta in questo pacchetto, peraltro, non è effettivamente quella GameCube del 2003 ma la Director's Cut del 2004 pubblicata per PlayStation 2 che, nel passaggio, aveva perduto alcuni elementi visivi come i netti contorni neri delle texture. Col senno di poi, il risultato in questa versione rimasterizzata in alta definizione è decisamente migliore e l'immagine risulta molto più pulita e snella.
Lo stesso non si può dire delle sequenze animate, abbastanza sgranate, e del frame rate che, per quanto stabile, è bloccato a trenta fotogrammi al secondo, laddove su GameCube si raggiungevano tranquillamente i sessanta: il downgrade è francamente inspiegabile e ingiustificabile, pur non essendo poi tanto deleterio, anche perché i combattimenti mancano di quella frenesia e caoticità vista nei più recenti esponenti della serie come Tales of Xillia e Tales of Graces F. Tales of Symphonia è pur sempre un gioco di dieci anni fa, e come tale non propone tutte le rifiniture e i miglioramenti apportati al battle system di iterazione in iterazione: mantiene sempre la formula in tempo reale fatta di combo e attacchi speciali legati ai tasti del controller, ma appare tutto sommato piuttosto semplice e senza particolari acuti, rappresentati più che altro dalla possibilità di potenziare i personaggi attraverso particolari gemme, dette Exosfere, che decretano le abilità che impareranno in combattimento e permettendo quindi al giocatore di controllare marginalmente la loro crescita. Tales of Symphonia, piuttosto, eccelle in due aspetti che negli ultimi titoli della serie sono venuti meno: il primo è l'esplorazione, con una mappa del mondo tridimensionale "vecchia maniera" che, pur scarna e decisamente retrò, è un piacere rivedere in azione dopo tanto tempo. Il secondo è il level design dei vari dungeon, poco lineare e spesso caratterizzato da enigmi e rompicapi ambientali da risolvere con un po' di cervello, cosa che rende l'esperienza decisamente più coinvolgente e meno ripetitiva. Il tutto è incorniciato da un buon doppiaggio in inglese o in giapponese e da una splendida colonna sonora che esalta i momenti salienti dell'avventura.
Tales of Symphonia Chronicles - Trailer di lancio "Hope"
Dawn of the New World
Il sequel di Tales of Symphonia incluso nel pacchetto, conosciuto in Giappone come Knight of Ratatosk, è considerato uno dei Tales più deboli della serie, ma in realtà i suoi difetti sono perlopiù tecnici dato che la storia, superate le prime ed effettivamente noiosette ore di gioco, spicca il volo e chiude il ciclo di Symphonia con un finale azzeccato.
Per non anticipare nulla sul finale di Tales of Symphonia dovremo rimanere sul vago, ma vale la pena dire che i protagonisti di questa avventura sono essenzialmente due: Emil Castagnier, un giovanotto un po' troppo piagnucolone per il suo ruolo, e Marta Lualdi, una ragazza di traverso fin troppo energica. Entrambi sono legati dal rancore nei confronti dei protagonisti del prequel per motivi che non possiamo rivelarvi e, come se non bastasse, Emil è posseduto da un'entità che di tanto in tanto prende il controllo del suo corpo trasformandolo in un impavido guerriero. I due si imbarcheranno in un viaggio che li metterà a confronto con i loro nemici e con una serie di alleati impensabili, e cioè i veri e propri mostri che dovranno affrontare. Dawn of the New World, infatti, propone una bizzarra meccanica - chi ha detto Pokémon? - che permette di "reclutare" i mostri come membri del party. L'idea è carina e all'inizio appare anche interessante, ma presto ci si rende conto che si preferirebbe avere in party dei personaggi ben caratterizzati piuttosto che delle creature anonime. Non bisogna disperare, fortunatamente, perché nel giro di qualche ora il gruppo comincerà a contare vecchi e nuovi eroi, ampliando la scelta del party di combattimento. Il battle system di Dawn of the New World è un po' più moderno rispetto a quello di Tales of Symphonia, pur non contando su meccaniche e feature particolarmente complesse, il cui posto è occupato per l'appunto dal reclutamento dei nemici.
Il problema, semmai, non risiede tanto nella storyline altalenante, quanto nella stessa struttura del gioco, eccessivamente lineare per essere quella di un jRPG e per giunta di un Tales. Al di là della mappa del mondo, sostituita da un mero elenco di luoghi, e dei dungeon un po' troppo piatti, Dawn of the New World manca di quel guizzo che rende speciale il prequel e sembra voler fare leva, senza riuscirci appieno, sull'effetto nostalgia. Da un punto di vista tecnico ci troviamo di fronte a un prodotto tutto sommato sufficiente che è stato appena sfiorato dall'opera di rimasterizzazione: Dawn of the New World è esattamente lo stesso gioco del 2009 in alta risoluzione e pertanto propone lo stesso comparto tecnico piuttosto blando già visionato ai suoi tempi su Nintendo Wii. Può sembrare un paragone ingiusto, ma bisogna considerare che Tales of Graces F, PlayStation 3, era in realtà un titolo per Nintendo Wii che in fase di porting è stato nettamente migliorato dal punto di vista grafico e contenutistico. Il porting di Dawn of the New World, invece, ci è apparso abbastanza svogliato, quasi come un contentino sviluppato in fretta e furia per gonfiare la riproposta di Tales of Symphonia. Si tratta pur sempre di una ventina di ore in più in compagnia degli splendidi protagonisti del prequel, quindi non tutto il male vien per nuocere.
Pro
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Tales of Symphonia è ancora oggi un ottimo jRPG
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Due avventure per tantissime di ore di gioco
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Doppio audio e traduzione in italiano
Contro
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Dawn of the New World è rimasto un jRPG mediocre
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Il sistema di combattimento sente il peso degli anni
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Qualità del porting incostante