Ho deciso quindi di cercare un loro libro in cui trovo il cambio di titolo una scelta azzeccata. E ammetto che, se si guarda ai libri pubblicati prima del 2012, non è nemmeno così difficile trovarne (questo potrebbe far nascere l'ennesima riflessione sulle mode e sul marketing, riflessione che ho già fatto più e più volte e che quindi, almeno per questa volta, rimando).
Il libro che ho scelto è un libro che ho amato tantissimo. E' una storia leggera leggera, di quelle che però ogni tanto bisogna leggere per staccare il cervello. E poi a rendermela ancor più piacevole è il fatto che è ambientata in un canile, pieno di animali coccolosissimi e buffissimi. Insomma, sto parlando di LOST DOGS AND LONELY HEARTS ovvero IL RIFUGIO DEI CUORI SOLITARI di Lucy Dillon:
Uscito in originale nel 2009, il romanzo è arrivato in Italia nel 2011, tradotto da S. Caraffini per la casa editrice Garzanti. Il romanzo racconta di Rachel, ragazza londinese, appena uscita da una relazione con il suo capo che l'ha lasciata con il cuore spezzato, senza soldi in banca e senza lavoro. Nello stesso momento scopre di aver ereditato da una sua zia una casa in campagna con annesso canile, sommerso però dai debiti. Spetterà a lei e al suo innato talento di associare persone e animali riportarlo a galla. Come dicevo, un libro leggero ma che, se amate gli animali, non può lasciarvi indifferenti. E in questo credo che la scelta del titolo italiano sia azzeccata e, pur non essendo letterale, rispetti molto bene l'originale. Il titolo "Cani smarriti e cuori solitari" sarebbe effettivamente suonato un po' strano. Certo, forse noi siamo abituati a pensare ai posti in cui vengono accolti gli animali abbandonati con il nome di canili e non di rifugi (almeno io)... però anche "il canile dei cuori solitari" non sarebbe stato proprio il massimo (a me personalmente avrebbe comunque attirato). Quindi credo che la soluzione finale scelta dalla Garzanti sia perfetta.
E allora mi chiedo, ma perché, cara Garzanti, non puoi fare sempre così?