Libraio: «Buongiorno a lei, mi dica»
Cliente: «Stavo cercando un libro, mi può aiutare?»
Libraio: «Ci proviamo, certo»
Cliente: «Dunque, non mi ricordo l'autore purtroppo e del titolo conosco solo una parte, ma è talmente particolare che sono sicuro non avrà problemi. Si tratta di "Istruzioni per rendersi... " qualcosa...».
Librario: «Guardi, può scegliere tra "felici" e "infelici"»
Cliente: «Come prego?»
Libraio: « Eh... "Istruzioni per rendersi infelici" di Paul Watzlawick, uscito nel 1997, e "Istruzioni per rendersi felici" di Armando Massarenti, uscito qualche giorno fa».
Cliente: « E io come faccio a scegliere?»
Libraio: «Non saprei... si sente più felice e vuole buttarsi un po' giù, o più triste e vuole tirarsi un po' su?»
Cliente: «Oddio, in realtà mi sento un po' confuso».
Libraio:« Guardi, se li compra entrambi, le regalano sei mesi d'analisi»
Cliente: «A chi ha scelto il titolo del libro uscito per secondo dovrebbero regalarli».
Ovviamente si tratta di una conversazione inventata (ammetto di aver avuto la tentazione di andare in libreria a chiedere, ma non volevo mettere in difficoltà il libraio o la libraia di turno con la mia follia). Credo però sia anche una conversazione abbastanza credibile, vista l'esistenza di questi due libri.
Lo so, questa volta in realtà si tratta di due libri diversi con un titolo ciascuno, però sono talmente tanto simili tra loro che non ho potuto fare a meno di dedicar loro una puntata della rubrica di confronto.
Ho provato a cercare qualche informazione per capire se il libro di Armando Massarenti, edito da Guanda, sia in qualche modo un omaggio al ben più conosciuto e vecchio di Paul Watzlawick (edito da Feltrinelli, con traduzione di Franco Fusaro). Nella quarta di copertina e nella descrizione sul sito nil nome di Watzlawick però non compare. Visto il titolo, forse almeno in quarta lo avrei scritto. Mi auguro per Massarenti comunque che all'interno del libro, questa similitudine venga più volte spiegata e ribadita. D'altronde anche nell'opera di Watzlawick si cerca in qualche modo di insegnare ad essere felici, usando la strategia contraria, ovvero dando motivi futili per essere tristi.
Personalmente, a meno che all'interno non venga citato il primo libro in ogni capitolo, trovo questa somiglianza abbastanza fastidiosa.
Ci sono milioni di parole che possono essere combinate tra loro per creare il titolo di un libro, possibile che non ci sia abbastanza fantasia da trovare un titolo diverso?