Questo album ha la qualità delle cose che nella loro semplicità nascondono architetture complesse, come la linea continua di un bravo fumettista sa raccontare tutti i dettagli di una pittura intera.
Ci sono pause nell’esecuzione, omissis sia del piano che del contrabbasso, che riempiono l’emozione del non detto; e piccole note, quasi minuscole, che valgono come sinfonie. E c’è tantissimo jazz, ovviamente, tanto quello anni ’60 (non solo Evans ma anche cose meno conosciute in Italia, come il duo Jan Johansson e Georg Riedel) e chiaramente il new jazz nordico di cui Karlsson è uno degli innovatori; ma anche molti echi e rimandi ad altro − quasi delle allusioni: alla classica, al folk, al pop, percettibili per le orecchie più raffinate.
Le composizioni (comunque ricche di improvvisazione) sono di entrambi, e in generale prevale un equilibrio e uno scambio quasi raro anche nei ruoli, dove Markusson è spesso impegnato a livello melodico e non solo ritmico, e Karlsson dà sempre spessore e cadenza alla sua famosa mano sinistra. Su tutti i brani è difficile fare una scelta, forse quelli che spiccano maggiormente sono “A B”, “Bullerö”, “Psalmen” e “Röblues” con un lungo assolo di contrabbasso iniziale prima della dolcissima entrata del piano di Karlsson.
Un'altra perla di Brus & Knaster quindi, che conferma il fiuto di Göran Petersson. Su Daniel Karlsson ho già scritto moltissimo (l’ultima volta qui), ma sul talento appena scoperto di Thomas Markusson avrò ancora molto da raccontare!
“Duo”, Brus & Knaster, 2014
- A B
- Andra i Sjunde
- Minority
- Bullerö
- Popsnöret
- Psalmen
- Röblues
- Psaltaren
- Öjersjö
- Sweet Nile
- Valsen
Daniel Karlsson: pianoforte
Thomas Markusson: contrabbasso