Duran Duran: Unstaged – David Lynch

Creato il 16 dicembre 2014 da Maxscorda @MaxScorda

16 dicembre 2014 Lascia un commento

Complementare alla mostra di Lynch, trovo i Duran Duran e c’e’ da ammetterlo, e’ qualcosa che non ti aspetteresti. Non e’ roba nuova, ne avevo letto in precedenza ed e’ evidente che non mi sono sbracciato per procurarmelo ma nel contesto della mostra ci stava e non rinnego il piacere verso un gruppo che ho vissuto ai tempi giusti e che ho rivisto live al loro ritorno. Poi Lynch e’ Lynch e se aggiungiamo il grande schermo nella superlativa sala dei congressi del MAST. , il gioco e’ fatto.
I nomi in ballo sembrano incompatibili ma Lynch nella breve presentazione al concerto ci racconta che i Duran Duran gli hanno fatto fare molti sogni e in questo scambio onirico, il rapporto ci sta.
In sostanza parliamo del concerto che la band ha tenuto al Mayan Theater di Los Angeles nel 2011, live trasmesso in webcast per la gioia dei fan di tutto il mondo. Un evento globale che richiedeva una grande firma, sponsor danarosi e un regista che in vena di documentari, deve aver preso la palla al balzo.
Sulla performance degli ex ragazzi non c’e’ molto da dire, o piacciono o non piacciono. Pare strano ma sono stato teenager anche io e sono come tutti salito sul treno di cio’ che il mercato mi proponeva, percio’ i Duran Duran non mi dispiacevano, anzi lo dico ancora oggi con la massima convinzione, primi due album sono ottimi, talvolta straordinari. Li si ritrova con trent’anni in piu’, ma chi ne ce li ha, e in fondo non sono cambiati moltissimo.
Simon ingrassato? Meno di quanto si pensi. Nick Rhodes inizia ad incartapecorirsi sempre senza la benche’ minima emozione e John Taylor accresce piu’ l’aria da eterno Gianni Morandi. A questo proposito devo dire che scopro col live un bassista molto ma molto piu’ in gamba di quanto ricordassi. Ad ogni modo sempre loro, brani nuovi e giu’ nel tempo sino alla sempre sublime "Planet Earth". E Lynch? Pensiamoci, cosa avrebbe potuto fare un regista come lui di fronte ad un lavoro commissionato con committenti da rispettare, il volere degli sponsor e il grado di comprensione del pubblico? Molto poco, percio’ Lynch si limita a sovrapporre alla frenesia delle riprese, tutte molto rapide, ravvicinate ed in bianco e nero, un secondo strato colorato, spesso lisergico e comunque a tema con la canzone, piccoli videoclip, alcuni banali come sovrapporre un lupo ad "Hungry Like the Wolf" o un sole stilizzato a "(Reach Up for The) Sunrise", altri quantomeno piu’ esotici e misteriosi. E’ vero che chiunque poteva farlo ma questo chiunque si chiama Lynch e onestamente non credo potesse chiedere di meglio o di piu’.
Mi e’ piaciuto perche’ mi piacciono loro, percio’ trovo sia un presupposto fondamentale, Lynch e’ un optional di lusso.

Scheda IMDB


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