”Buongiorno, siccome venerdì scorso mi sono già espressa con un commento al volo sulla Cerimonia d’Apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Sochi (fantastiche le prime medaglie azzurre di Zoeggeler e Innerhofer), questa settimana sarò breve, concisa e – spero – efficace, per non approfittare della pazienza di chi mi legge e dello spazio di chi mi ospita.
Perciò, digerito a stento il pareggio della Juventus a Verona (due palle inattive, due gol dei bravissimi scaligeri), mi limito a mandare una letterina sul modello, sicuramente meno spiritoso, di quelle della mia amica Luciana Littizzetto; letterina che riprende alcune polemiche dei giorni scorsi, tanto per non perdere l’abitudine. Eccola: “Caro signor Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima (un nome un po’ più corto, no?!) detto Hernanes, sono una delle tante tifose di squadre italiane che non siano l’Inter, e vorrei, a nome di altri milioni di colleghi e colleghe sparsi sul territorio nazionale, farle sommessamente presenti alcune cosette. Infatti, signor Hernanes, lei arriva in maglia nerazzurra dopo quattro anni alla Lazio, non proprio una toccata e fuga, e non trova di meglio, nella sua prima conferenza stampa fighetta al Flagship Store Pirelli anzichè nella più proletaria Appiano Gentile, di mettersi in ginocchio di fronte alla divinità indonesiana proclamando “quel che mi piace all’Inter ? Che è stato l’unico dei club in Italia mai sceso in serie B, e questo vuol dire che è una società seria che sa come ottenere risultati. Poi è sempre stata lontana dagli scandali, anche da quelli di qualche anno fa, e questo mi piace. Voglio vivere in pace, facendo le cose corrette, ed essere in una società così rinforza questo attaccamento”.
Ecco, signor Hernanes, pur essendo brasiliano e quindi non familiare alla cultura farisaica, lei ha esordito con questa straordinaria ruffianata degna di un doroteo della prima ora per piaggeria nei confronti di pochi, senza rendersi conto che, così facendo, provocava invece il giustificato risentimento di moltissimi, ovvero di tutti gli altri a cui ha implicitamente dato dei cialtroni. Vediamo un po’: ha mai sentito parlare della famosa relazione Palazzi, con annessa prescrizione, che è ancora lì a fare testo (le cito uno stralcio: “questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC…”)? E dello scandalo legato alle intercettazioni Telecom? E della vicenda Vieri?
Ancora, del passaporto di Recoba, mai avuta eco? Poi, le hanno spiegato che non ha potuto giocare la prima partita in magli nerazzurra, cioè quella contro la Juventus, perché Thohir aveva “dimenticato” di pagare la fideiussione del suo sontuoso acquisto a quel poveraccio di Lotito? Dico poveraccio non perché io lo pensi, signor Hernanes, ma perché lei, di fatto, affermando che l’Inter è l’unica società professionale e perbene, dà, appunto, dei peracottari a tutti gli altri, Lotito compreso. Eppure, se alla Lazio ci ha passato quattro anni, tanto male non dev’essersi trovato… ma lasciamo andare, perché effettivamente la correttissima dirigenza interista la paga il doppio dei suddetti peracottari, il che val bene qualche sviolinata in più. Insomma, egregio signore, se posso darle un cortese consiglio, a nome anche di tutte quei milioni di tifosi non interisti che seguono il calcio con passione e fiducia, lasci perdere i voli pindarici in favore del nuovo padrone, e stia un po’ più coi piedi per terra.
Legga, s’informi, dimostri sul campo cosa sa fare e, soprattutto eviti di dare giudizi sugli altri, limitandosi a una sana autocoscienza sui fatti di casa sua; vedrà che si troverà meglio, che la smetteremo di sghignazzare sulla sua disinformata cortigianeria, e che magari riuscirà perfino a rialzare la sua squadra dallo sconforto tecnico e psicologico in cui è sprofondata, perché se l’avesse vista ieri sera giocare contro il Sassuolo anche quel peracottaro di Lotito si sarebbe fregato le mani per la sòla milionaria rifilata al bauscia orientale. Cordiali saluti, Evelina Christillin