Van Sant prende spunto infatti dalla strage compiuta da due studenti verso compagni e professori nel liceo di Columbine negli Stati Uniti.
L'azione si svolge nell'arco di una sola giornata: per circa 2/3 il film racconta la vita normale e tranquilla degli studenti di un liceo di Portland (Oregon), ripresa da più soggettive, poi la violenza irrompe traumaticamente con una strage compiuta da due studenti armati. Il film ha dunque due ritmi opposti: quello iniziale, lento, comprensivo dei tempi morti della vita reale degli studenti, e quello finale, spiazzante e immediato come è appunto un'esecuzione.
Il regista Gus Van Sant
G. Van Sant, come sempre, non indaga e non giudica, ma si limita a osservare e a mostrare, con un pedinamento veramente assiduo, l'atmosfera quotidiana di una giornata che in realtà non risulterà per niente "normale".Il suo stile è unico e inconfondibile, lui è talentuoso e incisivo come pochi altri attualmente. Tutti i suoi film sono capolavori, da Drugstore cowboy a Belli e Dannati, da Last days a Milk, a Paranoid Park. Tanto per citarne alcuni tra i più famosi, ma non ricordo un film di Gus Van Sant che non mi sia piaciuto e non mi abbia colpito.
Mi chiedevo che significava lo strano titolo Elephant e così ho scoperto che richiama un proverbio americano, quello cosiddetto dell'"elefante nella stanza", di cui incredibilmente nessuno si accorge nonostante le imponenti dimensioni ...
Altra curiosità: il film è stato girato in tempi brevissimi, appena 21 giorni, con attori non professionisti.