Dybala: “A Palermo non è possibile giocare la Champions, però il club rosa è stato importante per Pastore e Cavani. Sulla Nazionale

Creato il 03 maggio 2015 da Univeryo7p
“Ho il passaporto argentino ma grazie a mio padre posso avere quello polacco e da parte di mia madre ho avuto quello italiano, il che ha semplificato la mia posizione qui. La Nazionale è un sogno da ragazzino, sarebbe fantastico vestire la maglia dell’Argentina, magari davanti alla mia gente”. Parla così Paulo Dybala del sogno di vestire la maglia della Nazionale.“Tutti gli attaccanti nazionali meritano di essere convocati, poi Messi è il più forte al mondo. Higuain, Aguero, Lavezzi sono arrivati in finale di coppa del mondo. Sono in nazionale perché lo meritano, non si rilassano mai e continuano a segnare – aggiunge nel corso della rubrica su SkySport ‘I Signori del Calcio’ -. C’è anche Tevez che meriterebbe la convocazione, poi Icardi e Vietto che stanno facendo benissimo. Con tutti i convocati attuali però è difficile entrare nel gruppo dell’Argentina. La nazionale italiana? Mi sento argentino e il mio sogno è vestire la maglia albiceleste. Continuerò a dare tutto per questo”.Pastore, Cavani e mercato – “Pastore e Cavani hanno fatto benissimo a Palermo e ora sono dove meritano, ognuno vuole cercare di vincere trofei e giocare la Champions, a Palermo non è possibile e i giocatori, grazie anche al Palermo, poi ci arrivano. Il mio valore di mercato lo decide la squadra che ti prende, poi ovviamente il presidente vuole guadagnare il più possibile perché è logico. Spagna, Germania, Inghilterra sono tornei duri, hanno grandissime squadre. La Premier è bella per il gioco, idem la Liga. Non guardo tanto la Bundesliga. Tutto quello che si dice su di me per il mercato mi fa piacere, mi accostano alle grandi squadre e quando questi club mi guardano è bello, mi piacerebbe giocare un giorno la Champions League. Ora cerco di godermi questo momento con gli amici e la gente del Palermo, ogni partita, poi vedremo più avanti. Sarebbe anche bello fare un’esperienza in un altro paese, ma in Italia mi trovo molto bene
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