Paola Barbato sceneggia il suo terzo Dylan Dog in quattro mesi (cui va aggiunto l'episodio del Maxi Old Boy di giugno) riportando in scena Nora Cuthbert, personaggio da lei introdotto in Mai più Ispettore Bloch. Una storia divertente, pervasa di dialoghi brillanti e da un'atmosfera a tratti surreale. Tutto qui? No.
[In questo post proveremo a non citare affatto The Walking Dead. Davvero.]
Sebbene quest'ultimo punto parrebbe una svolta decisamente splatter (che pure comunque non manca in buone dosi, soprattutto nella parte finale dell'episodio!), dopo aver chiuso l'albo ci si rende conto che tra i punti saldi ancora una volta ci sono i rapporti umani tra i personaggi, su tutti il legame forte e bellissimo che unisce da sempre Dylan alla figura paterna di Bloch. Anche tutto il cast di personaggi secondari viene messo in scena con una certa coerenza e densità. Va inoltre sottolineato il debutto di una stravagante mummificatrice e il ritorno della già citata Nora (insieme al fido Gus), insieme a un certo astuccio per clarinetti sul cui indubbio valore "artistico" ci aveva già redarguiti Tiziano Sclavi nel primissimo episodio di Dylan Dog.
Insomma, la sceneggiatrice di
Mani nude porta avanti la trama senza fronzoli, in modo godibile e convincente. E sebbene sia indubbio che la forza della storia risieda proprio nella sceneggiatura, tali spunti vengono resi su carta in maniera egregia da un autore che non necessita presentazioni, ovvero Bruno Brindisi, già al fianco della Barbato in Dylan Dog #338. Il disegnatore campano accosta alle sue chine alcuni dettagli lasciati a matita, rendendo più variegata e profonda la resa di alcune tavole. Il suo tratto pulito e chiaro rimane una certezza per il lettore, pur non adagiandosi mai sui risultati conseguiti e cercando sempre di esprimersi al meglio. Anche in La morta non dimentica, Brindisi riesce davvero a interpretare fino in fondo le espressività dei personaggi, assecondando egregiamente le atmosfere della storia.Va detto infine che con il ritorno di Nora inizia a essere chiaro il percorso di continuità narrativa che dovrebbe diventare sempre più fitto nei prossimi tempi. Ogni scrittore coinvolto in questo rilancio gestirà un particolare filone narrativo nella serie, portando avanti anche una certa personale visione del protagonista e dei comprimari (vedi in questo caso il rapporto Dylan/Bloch) e di tutto un sottobosco di situazioni, interazioni e (arci)nemici (vedi lo sviluppo della gerarchia criminale londinese) destinati senz’altro alla reiterazione e ad ulteriori e interessanti sviluppi. Quasi a generare degli archi narrativi a sé stanti e non per forza strettamente interagenti tra loro.Hai detto niente, per un albo che sembrava solo una tranquilla e oscura commedia!
Il sommo Audace
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 349
DATA: settembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Bruno Brindisi
COPERTINA: Angelo Stano