Tears in Hell
Dopo il numero precedente, in cui Dylan Dog, Bloch e Groucho avevano affrontato in maniera molto grottesca Nora e Gus, Ambrosini mette in scena un episodio decisamente più cupo, che si ricollega al precedente esclusivamente per alcuni dettagli (Bloch in convalescenza, il cellulare coinvolto nell'esplosione). Dylan scopre (come se ci fossero dubbi a riguardo!) che l'ex-ispettore Bloch è ben poco "ex", dato che la sua strada si incrocia ben presto con quella di un malvivente su cui il nostro non riesce a esimersi dall'indagare. Molto più centrale è però il rapporto che lega lo stesso Bloch, che in vari punti ruba la scena all'Old Boy, e Crispille, una ragazza portoghese non vedente di cui, lo apprendiamo già dalle prime pagine, l'ex-ispettore si è (irrimediabilmente?) innamorato. Con gli usuali "voli pindarici" surreali e sovrannaturali alla Ambrosini, il destino della ragazza si lega a filo doppio con quello di una statua posta di fronte alla cappella dell'ospedale e dedicata a una santa che porta il suo stesso nome (e le cui sorprendenti e tenebrose origini ci vengono narrate in un flashback).
In mano a un altro autore, gli stessi ingredienti avrebbero generato una storia difficilmente digeribile. Ambrosini invece, con la sensibilità e profondità che lo contraddistingue, è riuscito a delineare situazioni intense e a descrivere, anche in pochi scambi di battute, personaggi dotati di notevole carica emotiva. Il suo Bloch è umanissimo, per niente imbalsamato. I comprimari mostrano una notevole complessità, come Crispille, divisa tra i suoi trascorsi difficili e il suo presente dolentissimo.Volutamente alcuni aspetti vengono lasciati irrisolti. Lo stesso ruolo di Dylan Dog, insieme a ciò che lo lega al contesto rappresentato, non sono esplicitati in maniera razionale e lineare. Quello che emerge come punto non perfettamente riuscito è soprattutto l'inizio, forse troppo lento e verboso per dare il via alla trama (ma è decisamente cosa trascurabile rispetto al resto!).
La spirito profondo che conferisce ai propri personaggi, spesso Ambrosini lo esprime anche csul tavolo da disegno. Nonostante alcune piccole imperfezioni, soprattutto i suoi primi piani risultano al solito molto espressivi e capaci di toccare le corde giuste.Un gran lavoro in tal senso viene svolto da Giovanna Niro, che già aveva colorato le sue tavole in Orfani: Ringo #3 e che conferma di essere in grado di interpretare al meglio le atmosfere rappresentate dall'autore bresciano, scegliendo le tonalità migliori per conferire profondità e concretezza alle tavole. Una colorazione moderna e veramente riuscita che completa un lavoro graficamente molto riuscito.
Lacrime di pietra è un numero celebrativo che celebra ben poco (nessun allettante legame con il passato di Dylan Dog, nessun matrimonio o altro evento cardine per la biografia del protagonista) e sembra riconfermare quanto l’Indagatore dell’incubo e il suo contesto narrativo abbiano ancora spunti da offrire, quando affidati nelle mani giuste.
Il sommo Audace
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 350
DATA: ottobre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO, SCENEGGIATURA, DISEGNI E CHINE: Carlo Ambrosini
COLORI: Giovanna Niro
COPERTINA: Angelo Stano