Gran pezzo ieri su Repubblica, con qualche caccola perdonabile. Lo ha scritto uno psicoanalista lacaniano, Massimo Recalcati, uno di quegli specialisti che frequentano i festival della mente eppure non perdono del tutto la testa. Il dottore ha spiegato come stanno le cose a Michele Serra e ai republicones vari che pucciano il biscotto nel fenomeno Grillo da parecchio tempo. La diagnosi è infausta. Grillo è un adolescente incapace di accettare il mondo degli adulti e la mediazione del linguaggio. La sua rivolta è totale, è una secessione. L’esito politico e istituzionale è totalitario. Vuole il cento per cento, come i più primitivi tra i giovanissimi, che non accettano il compromesso per alcuna ragione. Hanno la fissazione della purezza. Il loro fondamentalismo di purezza paranoide si nutre. Sono come la figlia balbuziente e riottosa di Pastorale americana, il romanzo di Philip Roth, tendono all’unità della setta e al suo isolamento, non vogliono assumersi la minima responsabilità, parlano in un ideale streaming ai padri in affanno dicendogli che sono loro ad averli gettati nel mondo, ci pensino loro a tirare tutti fuori dai pasticci, e mandano al diavolo le conseguenze delle loro azioni. Sono anche narcisisti imbizzarriti, non vogliono lasciare alcuna eredità, e in fin dei conti sono dittatori dello stato libero di Bananas, infanti della psiche, e per rovesciare una tirannide presunta ne costruiscono una certa. Due obiezioni. Primo. Ci voleva tanta arte e psicologia del profondo per capire quel che era chiaro da principio, e cioè che uno il quale proclama il “vaffanculo” come una bandiera e un programma, e afferma che il nucleo del progetto è l’eliminazione di tutti i partiti, mentre risponde con una logica di estinzione a qualunque opinione in dissenso maturi nel suo giro di rete, è un leader totalitario, un fondamentalista, un pazzo da legare? Il contatto con il giornalismo e il circuito dell’informazione sporcifica un pochettino e certamente omologa senza pietà i malcapitati, ma il rifiuto di ogni contatto, la mascherata e la fuga, la distanza programmata non sono forse il massimo della psicologia narcisista? Non lo sapevamo da prima che l’intenzione di aprire come una scatola di tonno le Camere equivale a una virtuale e mediatica, ma robusta, finzione o narrazione del tipo della marcia su Roma e del bivacco dei manipoli? Recalcati dice (caccolina): anche Berlusconi è una leadership totalitaria, ma è fondata sulla trasgressione della Legge, che ha il suo fascino. Ma se la Legge è scritta in caratteri maiuscoli, da palasharp, se è brandita come un manganello di purezza shariota contro gli avversari, trasgredirla in un certo senso è un piacere, ma non un sordido narcisismo totalitario, casomai un edonismo liberale. © - FOGLIO QUOTIDIANO
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