Scusate la digressione…è che davvero, ieri notte, anzi stamattina per la precisione, alle 4 del mattino, volevo abbracciare l’autista del bus che mi porta fin sotto casa e dirgli quanto gli voglio bene….
Non ero ubriaca….
No, nessuna droga…
Ero solo entusiasta. E per essere entusiasti dopo otto ore di massacro al casinò di Sydney, con gli occhi che ti si chiudono e i crampi della fame, vuol dire che il fatto meritava proprio.
Ora vi dico.
Diverse persone, approdate a Sydney prima di me, mi hanno detto che la città di notte è morta, perchè dopo le due è difficile entrare nei locali.
E questo è pure vero…ma dire che Sydney è morta mi sembra un’esagerazione…
Ci sono certi personaggi in giro dopo le due di notte che uno non immagina, certe scene comiche che i film di Vanzina in confronto sono nulla perchè sono finzione….qui accadono davvero!!
Ragazze che ciondolano per strada e cantano a piedi nudi, in evidente stato di ubriachezza, con le scarpe tacco dodici in mano perchè se le mettessero ai piedi finirebbero per terra ogni 5 secondi….. ragazzi che camminano letteralmente in mezzo alla strada e salutano le macchine che provano a non centrarli in pieno, coppiette che flirtano in modo anche pesante sul ponte di Pyrmont perchè tanto a quell’ora chi vuoi che li veda e a chi interessa poi….
….e autobus strapieni di gente, tutta la notte!!
Ma quale morta? C’è più gente sugli autobus di notte che di giorno, porca miseria!
Ci sono talmente tanti ragazzi in giro che gli autobus non si fermano praticamente mai. I treni non vanno dall’una alle 5 del mattino circa, ma in quel frangente di tempo ci sono più autobus in circolazione per sopperire alla mancanza dei treni….
Parlo per esperienza, perchè io su quegli autobus alle 4 del mattino ci salgo almeno una volta a settimana..
Vi ho detto che lavoro al casinò…e una volta a settimana, di sabato, finisco alle tre di notte.
Ieri era sabato. Ero letteralmente a pezzi, dopo otto ore di massacro. Ci hanno devastato. Io facevo il food runner ieri sera, quello che corre con il cibo
Alle tre mi sono fiondata nello spogliatoio. Cambiata in 5 mninuti, mela in bocca perchè stavo morendo dalla fame, sono uscita dal casinò per beccare il mio bus.
Prendo il 380 che dal centro porta a Bondi Junction e mi ferma proprio sotto casa.
Per arrivare alla fermata però me la devo fare a piedi, due chilometri circa…lo so, logisticamente il casinò è organizzato un po’ una merda, però che vogliamo fare….
Ci ho messo circa venti minuti, correndo con le poche forze nelle gambe che mi sono rimaste e la mela cheho letteralmente divorato: ho mangiato anche il torsolo, fate voi. Sono un animale….
Nel tragitto incontro davvero ogni personaggio. Le ragazze prima citate, con vestiti così mini e sbracciati che mi domando come facciano a non sentire freddo…sarà l’alcol nel corpo o sono essere evoluti? O se ne fregano semplicemente? Grandi….
Una coppietta mi passa accanto, sul ponte. Lui sarà stato alto 1,80 cm almeno…lei in pratica non si vedeva: si era tolta le scarpe tacco venti……..ma senza scarpe arrivava al metro e quaranta scarso (giuro)…in più era cicciottina con un vestito bello elasticizzato che le esaltava le curve curvose…insomma, lascio immaginare. Un sorrisetto mi è scappato, scusate….
Prima della fine del ponte incontro un gruppo di ragazzi. Uno di loro è piegato per terra intento a riversare sull’asfalto il risultato di una serata allegra….gli altri gli stanno vicino, lo abbracciano ma scherzano pure, della serie: “Vai così, bravo! Sei un mito”!.
E anche lì mi scappa il sorrisetto. Uno di loro se ne accorge e mi fa “Good evening girl!”. Io gli rispondo con un gesto della manina e scappo via….
Prima di arrivare ad Hyde Park vedo due ragazzi in mezzo a George Street….in mezzo alla strada ad agitare le braccia….non volevano un taxi…solo salutare gli automobilisti impegnati a non metterli sotto…..
E lì non ce l’ho fatta, mi sono fermata e ho cominciato a ridere.
Esausta, ma ridevo come i matti….
Arrivo finalmente alla fermata. Guardo l’orario del mio 380: sarebbe arrivato in 4 minuti. Erano le tre e quaranta del mattino.
C’erano altri ragazzi ad aspettare con me.
E il mio 380 è arrivato puntuale!! Ho fatto il biglietto a bordo, 2 dollari. L’autista era un tipico aussie mate, cicciotto, sui cinquanta, occhi e pelle chiara e tipico slang che non ci capisci proprio una mazza manco se sei inglese….
Mi metto seduta vicino all’autista, come sempre. Noto una scritta sopra la sua testa: in questo autobus possono stare in piedi solo 15 persone per volta…
Mi dico, seeee come no, in Italia ti fanno entrare fino a che le porte riescono a chiudersi (A Genova davvero è così, gli autisti non fanno più salire solo quando non riescono fisicamente a chiudere le porte…chissenefrega se siamo tutti appiccicati…) e penso che anche qui sarà così….di sabato notte poi, con tutti i ragazzi che ci sono in giro…
E invece mi sbagliavo. Tempo due fermate, il mio bus si “riempe”: tutti i posti a sedere occupati, in piedi poco più di una decina di persone.
Il bus si ferma in Oxford street. Alla fermata ci sono una ventina di ragazzi. Chi doveva scendere scende. Salgono cinque ragazzi. Poi l’Aussie driver fa un semplice cenno con la mano agli altri che volevano salire, e fa: “No mate, too many people. Sorry, wait for the next bus”. Ma quelli volevano salire lo stesso. Erano alticci, stanchi e non ne volevano sapere di aspettare.
Allora sono saliti. O meglio, hanno fatto due passi dentro il bus.
Nei bus australiani sali solo da davanti, passi per forza davanti all’autista e devi mostrare che hai il biglietto e obliterarlo, o puoi fare direttamente il biglietto a bordo. Insomma non scappi.
Da noi in Italia saliamo pure dal tetto e stiamo in braccio all’autista quando non c’è più posto a sedere…
Insomma i tipi ci provano. E l’aussie driver sbrocca: “Vi ho detto che dovete aspettare. E non lo ripeto più. Ora scendete. SCENDETE. E’ chiaro?”
Ha solo alzato la voce. Non si è alzato, non ha fatto gesti inconsulti. Ha parlato chiaro, forte ma educatamente.
I ragazzi sono scesi all’istante. Secondo me gli autisti sono addestrati per affrontare sti tipi….
E il bus è ripartito. Siccome era bello pieno, in pratica non si è più fermato fino alla mia destinazione, dove scendono più o meno tutti i ragazzi che prendono il 380.
Io ero estasiata…
Estasiata perchè, se anche finisco tardi a lavoro, ho sempre un autobus che mi aspetta.
Estasiata perchè, pure se la fermata è lontana, il tragitto non è pericoloso, ma anzi è pure divertente.
Estasiata per il servizio che mi offrono, per gli autisti che guidano i mezzi, la puntualità, la correttezza, il rispetto.
Estasiata perchè posso dire a mia madre che se ne deve stare tranquilla, non si deve preoccupare, perchè qui è sicuro….
Tutte cose che di giorno sono scontate, ma di notte onestamente, uno si aspetta un livello di guardia più basso. E invece no.
Questa città ti fa sentire al sicuro. E’ enorme, ha certo i suoi problemi e la sua criminalità, come tutte le città.
Ha il suo inferno, come ovunque nel mondo. Ma lo sa gestire bene questo inferno. Lo sa gestire meglio.
Quando sono arrivata alla mia fermata, prima di scendere mi sono girata verso l’autista e l’ho ringraziato.
Lui mi ha risposto: “Thank you mate, have a good night!”
E sono arrivata a casa con il sorriso stampato in faccia. Penso di essermi pure addormentata con quel sorriso.
Ho pensato a una pubblicità di un noto marchio di piatti pre cotti australiano, si chiama McCain. la vedo spesso in tv. Questi tizi si inventano sempre nuovi modi per farti gustare prelibatezze ovunque in meno di cinque minuti.
E lo slogan della pubblicità è: “Ah McCain, you have done it again!”.
Ecco, ieri sera sull’uscio di casa, con le chiavi in mano, ho pensato alla stessa cosa nei confronti di questa città:
Ah Sydney, ce l’hai fatta di nuovo.
A stupirmi.