In sostanza, gli effetti di lungo periodo sono molto incerti e, secondo un'analisi veloce, solo in alcuni casi il ritorno delle Olimpiadi è stato positivo economicamente
- Los Angeles 1984: 250 milioni di dollari di utili, grazie soprattutto alle poche spese sostenute per intervento di capitali privati e alla costruzione di soli due impianti nuovi;
in altri casi il ritorno è stato una nuova immagine della città ospitante
- Barcellona 1992: pochi utili ma rilancio (e ristrutturazione) della città in chiave turistica;
- Atlanta 1996: risultato economico in pareggio ma ritorno pubblicitario per la città;
in altri un disastro
- Montreal 1976: debiti estinti dopo 30 anni, a ridosso di Pechino 2008
- Atene 2004: 10 miliardi di spese, che alcuni sostengono aver dato inizio alla profonda crisi del paese
Meno significativi i casi di Pechino 2008 e Cape Town 2010 (mondiali di calcio), per il diverso tasso di crescita dei due paesi, rispetto alle città considerate, nel periodo precedente l'evento. Insomma, almeno in quella parte di mondo, tra vecchio e nuovo, che risente maggiormente della crisi economico-finanziaria, i Giochi Olimpici non sembrerebbero essere la panacea aspettata. Si dà il caso che possono essere interessanti investimenti pubblici infrastrutturali, ma il loro effetto è solo di breve termine e rischiano di fare la fine delle classiche cattedrali nel deserto. In più, se le casse dello Stato sono a secco, c'è il rischio dell'effetto Grecia, innestare una crisi all'apparenza irreversibile.
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