In questi giorni userò il mio blog come un promemoria personale che ha il compito di aiutarmi a ricordare che devo impegnarmi per una qualità della vita migliore. Condividendolo online spero possa aiutare anche altre persone a raggiungere questo obiettivo.
Sia che viviate in una grande città sia in un paesino vi sarete sicuramente accorti della crescita esponenziale di antipatia ed individualismo. E forse anche voi, come me, avete contribuito a tale crescita.
Pensiamo ad esempio ad una delle cosa più semplice e banale, uno dei primi gesti che impariamo a fare nei confronti degli altri:il saluto.
Quante persone vi hanno salutato questa mattina tra conoscenti e soprattutto non conoscenti?
La timidezza, lo scazzo, l'indifferenza che ci portano a non salutare chi non conosciamo mi lasciano allibita e mi rattristano al tempo stesso. Io stessa nonostante mi stupisca, dimentico spesso di salutare.
Ma è corretto usare il termine dimenticare? Oppure proprio non ci pensiamo, ce ne freghiamo o peggio, lo consideriamo inutile e insensato.
Posso capire che magari camminando sui marciapiedi di una grande diventa un po' scomodo salutare le centinaia di persone che vediamo, il problema è che anche se siamo solamente in due per la strada non ci salutiamo. Prendiamo l'ascensore, ci sono altre persone e non le salutiamo. Entriamo in un bar ordiniamo un caffè senza prima salutare. Ci sediamo in treno, abbiamo difronte qualcuno e non lo salutiamo.
Certo non tutti siamo estroversi e socievoli ma un saluto è giusto un atto di cortesia. Ma soprattutto la mancanza del saluto dovrebbe farci pensare al forte sentimento individualista e all'isolamento che caratterizzano questa società. Siamo sempre più tanti e siamo sempre più soli. Depressione, malinconia, tristezza, solitudine. Più aumenta l'isolamento e più aumentano queste malattie e sensazioni negative.
Provate a chiedere ai vostri nonni se nella loro vita si siano mai sentiti soli. Forse risponderanno che si sono sentiti soli nell'età della vecchiaia, ovvero in questa nuova società. Ma nella loro infanzia e gioventù forse nn hanno mai provato la tristezza della solitudine. E non perchè avevano sicuramente più fratelli di noi, ma perchè parlavano. Anche con chi non conoscevano. Con la bottegaia che vedevano tutti i giorni oltre a dire "mezzo litro di latte, per favore" parlavano del più e del meno. Facevano quattro chiacchiere col barista, con la signora che attendeva l'autobus, e con lo sconosciuto sul tram. E se incontravano qualcuno per la strada lo salutavano.
Va bene forse non si ha più il tempo di fare 4 chiacchiare ma un saluto quanto tempo prende? Nemmeno il tempo di pensarci.
Da un saluto può nascere una piacevole conversazione oppure niente, ma sicuramente ci avvicina agli altri e ci fa ricordare che in questo mondo siamo più di 6 milioni e non quattro gatti.
E quando salutate accompagnate il saluto con un sorriso. Conoscete la forza di un sorriso?
Un sorriso può realmente cambiare la giornata. Segnamocelo come Esercizio n.2 e per ora concentriamoci su questo primo esercizio: sforziamoci di salutare.