Sotto la terra smossa giace il respiro del corpo esangue.
E’ dei fiori il pietoso riconoscerne il ricordo.
Litanie grevi e assillanti rinnovano le lacrime, sussulti di sangue rappreso.
Ma è della pietra il preservarne il dolore eterno.
angeli in coro affliggono le menti nel rimembrare la strozzata e innaturale dipartita giovanile
arcangeli austeri rinfacciano la solitudine del buio, monito del nulla eterno
anime erranti, inchinate di fronte all’irreparabile perpetuo, prostate dal distacco, simulacro imperituro della sofferenza
E’ la mano lieve del ricongiungersi in altro stato l’unica certezza?
E’ l’essersi appartenuti e vissuti la vera speranza.
Chiara