Come tanti facevano notare, non esiste un solo indizio che faccia dubitare dell'imparzialità dei giudici di cassazione che ieri hanno emesso la sentenza, nessuna vicinanza a Magistratura Democratica, nessuna tinta rossa di capelli, nessun calzino turchese, niente, semplici magistrati che hanno compiuto il loro dovere. Non hanno riscontrato irregolarità nei due gradi precedenti di giudizio, quindi nessuna persecuzioni a danno di B, e non si sono fatti intimorire dalle importanti conseguenze del loro pronunciamento. Ergo, i cittadini italiani trovano confermata una fondamentale verità costituzionale:
la legge è uguale per tutti.
Non festeggio per un condannato in più, mi rattristo per il fatto che quel condannato abbia governato per NOVE anni l'Italia.
Ma non è finita qui, se n'è parlato tante volte: l'eredità culturale di questo ventennio ci è entrata nel sangue, quasi nel Dna, e bisognerà lottare duramente per cancellarla. Lo si vede nell'atteggiamento sfrontato di certa politica, nel comportamento impunito di certi dirigenti pubblici, nel fanatismo verso la sua persona da parte di fan e sostenitori ma anche nell'odio e nella perversione di certi suoi avversari che hanno impostato la carriera sulla distruzione sistematica della sua persona.
L'Italia è stanca, lacerata, disillusa. Non c'è niente da festeggiare.