Il Pdl ha lavorato molto bene confermandosi il primo partito in città, ma non è riuscito a trascinare la vittoria di Mauro Franzinelli distrutto da lotte intestine.
La linea rossa del nord si è fermata anche a Novara, ebbene sì, il modello Novara è crollato di fronte all’ondata d’urto della sinistra italiana che ha travolto tutto e tutti o forse questo conosciuto “modello” era solo una fantasia di Giordano, finito nel momento in cui lui ha lasciato la città?
Alla luce di quanto è uscito dalle urne dei ballottaggi è giusto soffermarsi un attimo a mente serena e capire colpe e responsabilità. E’ evidente che il lavoro messo in piedi e prodotto in questi dieci anni di amministrazione è senza dubbio ben fatto e sotto gli occhi di tutti, sicuramente la crisi ha giocato un ruolo fondamentale perché anche se si è cercato di tamponare gli effetti con misure economiche di emergenza chi si è trovato senza un lavoro e con un mutuo o affitto da pagare era poco propenso a votare l’amministrazione uscente chiunque essa sia.
Dare la colpa ai meccanismi mediatici e alle politiche nazionali è senza dubbio riduttivo e non può far altro che generare una sorta di parafulmine momentaneo che non aiuta a trovare e risolvere le vere cause della disfatta del centro-destra.
Bisogna tornare al primo turno per intravedere gli esisti ormai nefasti per la coalizione Pdl-Lega dove si può vedere come l’intero centro-destra arriva a sfiorare il 49% dei consensi mentre il suo candidato sindaco si ferma alla misera soglia del 46%. Quindi mentre tutti gli altri candidati sindaco sono riusciti a portare con sé degli elettori che non hanno votato i partiti, Mauro Franzinelli non ha garantito quel valore aggiunto necessario alla vittoria. Questo si è trasformato in un assenteismo al secondo turno e il risultato è stata la vittoria di Andrea Ballarè che oltre a confermare i suoi 16000 voti presi in prima istanza ne ha recuperati altri 8000 provenienti da elettorati diversi (Udc, Fli, Grillini?), mentre il suo avversario ha perso oltre 3000 voti conquistati da tutti i candidati consiglieri della prima tornata elettorale.
Tutto questo deve far riflettere e non può essere giustificato dalle battute di Silvio Berlusconi o da altre azioni di carattere nazionali, ma solo dalla capacità di leadership di una persona rispetto ad un’altra. Amministrare una città vuol dire saper prendere decisioni e garantire il benessere dei propri cittadini e questo comporta fiducia, la persona candidata a ricoprire il ruolo di Primo Cittadino deve avere doti caratteriali uniche. A quanto pare i cittadini novaresi non hanno visto queste doti in Mauro Franzinelli che nei suoi comizi finali non è riuscito a convincere le persone ad andare a votarlo. Bisogna anche tener presente che la Lega non aveva molti uomini su cui contare, forse era il caso di lasciar il testimone agli alleati invece di vedere l’egoismo della coppia Cota-Giordano litigare pesantemente per poi arrivare ad un compromesso con conseguenze disastrose. La colpa, quindi, non è di un solo uomo, ma di un’intera classe dirigente poco politica e molto personalistica.
Un vero peccato perché il lavoro messo in piedi invece dalla giunta uscente è notevole e l’eredità lasciata sarà molto generosa, molto è stata avviato ed è in via di conclusione.
Auguriamo ad Andrea Ballarè un BUON LAVORO, ricordandogli di non deludere i suoi elettori. Le promesse e i programmi devono essere portati a termine.
Domenico Ascone
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