e fummo fuori a riveder le stelle

Da Pentapata


Il figlio adolescente di un amico vorrebbe farsi un tatuaggio.  Il padre non è molto d’accordo, anche se alla fine è più preoccupato per il soggetto e la localizzazione che per il tatuaggio in sé.  Chiede cosa ne pensi io, cosa farei io fosse mio figlio. In tutta onestà a meno di tatuaggi alla Tyson che coprono mezza faccia e “deformano” l’impatto visivo del volto, il timbro non mi crea nessun problema, io non lo farei perché non mi piacciono. L’amico replica “manco a me ma non saprei dire perché, alcuni sono anche belli “ Ci ho pensato So perché a me non piacciono Non mi piacciono perché sono un ricordo, un marchio, un timbro, qualcosa di indelebile, che non ti permette il coplo di spugna e di reinventarti diverso, resta a lì a ricordati qualcosa che sei stato.
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