Commette il reato di furto consumato, e non semplicemente tentato, chi all’interno di un supermercato sottrae dei prodotti esposti sugli scaffali superando la barriera delle casse.
Anche se viene tempestivamente fermato dal servizio di vigilanza, il furto si è consumato; questo e’ ciò che ha stabilito la Corte di Cassazione, pochi giorni fa, con la sentenza n. 1701 del 16.01.2014.
Il reato di furto si realizza quando un soggetto nasconde la merce in tasca o nella borsa, predisponendo le condizioni per passare dalla cassa senza pagare; con questa condotta il soggetto non solo sottrae la merce ma se ne impossessa (non importa se per lungo tempo o per pochi secondi).
Va altresì precisato che anche se il soggetto nasconde la merce sulla propria persona o la occulta in una borsa, l’ipotesi di reato e’ sempre quella del furto semplice e non dell’ipotesi aggravata (cioè con un aumento di pena) per uso del mezzo fraudolento (il mezzo e’ ad esempio la borsa o il giubbotto dove si nasconde la merce).
La precisazione arriva dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 40354 del 30.09. 2013 Che ha risolto così un precedente contrasto giurisprudenziale.
Commette il reato di furto chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri”.L’oggetto materiale dell’azione del furto è necessariamente una cosa mobile che sia idonea a soddisfare un bisogno umano sia morale che materiale; inoltre, l’ oggetto deve essere suscettibile di valore di scambio (pecuniario o affettivo).
Perché si consumi il reato di furto e’ necessario che ci sia il c.d. “dolo specifico” cioè chi agisce deve essere consapevole che la cosa appartiene a qualcun altro,quindi, sottraendola sa che ne ricaverà un profitto per se o per gli altri.
Foggia, 20 gennaio 2014 Avv. Eugenio Gargiulo