Tu eri la sua creatura amata,
e era l’odore dei pini e dell’erba falciata,
dei fiori, e dell’acqua…
E si consumavano,
si sfolgoravano allora,
nel precipitante elemento.
mentre la perversità fioriva
come un albero di lauro.
Ma ora non ce lo portava più il suo pensiero lì,
nei momenti più austeri
aveva percepito la rigidezza del cranio,
l’ altro riflesso diaccio
in quei boschi gelidi senza ombre:
immacolata fu allora, e aguzza,
come dentro a una intimità sua già compiuta e perfetta.
E vi fu solo ,
quell’ odore arido e bruciante,
di foglie secche, e di polvere, delle surriscaldate pietre,
-durante le grandi epidemie, la paventata sepsi-
( E ora l’attendevano sfatti,
perché un po’ per volta tra loro si sfacesse…)
*dipinto di VILLA DOMINICA BALBINOT