Lungo la strada incontra un piccolo tenero e fradicio gattino che sopra a uno scalino dice: "E ja portami con te che tua mamma ha appena calato la pasta".
La creatura si infila il gattuccio nell'impermeabile giallo e lo porta a casa tra la gioia dei parenti.
Era il 1987, e tutte le pianole presenti sul territorio nazionale emettevano felici le note di Hymn di Vangelis mentre milioni di bambini sognavano un gatto bagnato fradicio.
Poi il tempo passa e diventa il 2010, torni a casa di sera e scopri che non c'è parcheggio, così il premuroso consorte suggerisce di cominciare ad aprire il portone mentre lui va parcheggiare in fondo alla strada.
Esci dalla macchina, apri il portone, vai verso l'ascensore e tutta l'orchestra sinfonica della rai attacca a suonare doo re miii, fa sol la soool...
Lui sta lì che ti guarda con gli occhioni sbarrati dal tappetino dell'ascensore e dice:"MIAO!"
E tu ti intenerisci, lo prendi in braccio, lo porti in casa, e cuoci la pasta.. o almeno questo è quello che avrebbe desiderato il mio consorte gattofilo.
Purtroppo non è andata così, mi sono limitata a salutare il gatto come se fosse un comune condomino, scavalcarlo e chiamare l'ascensore.
Lo so, sono un mostro, una donna senza cuore, che antepone la sua allergia alla comune necessità di possedere un felino.
Mi è stato suggerito di prendere degli antistaminici o provare rimedi omeopatici, mi è stato fatto notare che non sono allergica a tutti i tipi di gatti, mi è stato detto che adesso ho la casa abbastanza grande per metterci anche un gatto che poi in fin dei conti è autonomo e non c'è bisogno di stargli dietro come ad un cane.
Com'è che nessuno ha considerato la remota ipotesi che "forse forse" tutta 'sta necessità di mettermi una bestiola in casa non ce l'ho?
Stranezze della vita.
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