Alcune cose su Giachetti, l’uomo di Renzi per il Campidoglio
...that's ammore... (Il Nuovo che Avanza)
La doppia tessera - Quella dei Radicali, presa nel 1989 e mai abbandonata, e quella del Pd, che detiene dalla sua fondazione. Un passaggio di due anni con i Verdi e poi l’approdo alla Margherita. Per il partito centrista, poi confluito nel progetto unitario di Veltroni, è stato il primo segretario romano.
La battaglia contro il Porcellum - Condotta con il mezzo “radicale” dello sciopero della fame. La lotta contro il Porcellum è iniziata nel 2012 e si è conclusa di fatto con l’approvazione dell’Italicum (...grande risultato... dalla padella nella brace. NdR) Lo stesso Renzi, nel corso dei mesi, gli ha chiesto più volte di interrompere lo sciopero della fame, promettendo l’arrivo di una legge elettorale che sostituisse la precedente.
Un rutelliano - Come buona parte dell’establishment scelto da Matteo Renzi. Dalla squadra di Francesco Rutelli il premier ha pescato a piene mani. Due esempi su tutti: il suo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il capo della comunicazione, Filippo Sensi, provengono da quella esperienza. Giachetti ha collaborato con Rutelli al Campidoglio per 8 anni, dal 1993 al 2001, come capo di gabinetto del sindaco di Roma.
Il rispetto degli avversari - A partire dal M5S, tutto quanto, da Di Maio a Di Battista. Col primo ha un buon feeling dall’inizio della legislatura. Entrambi sono vicepresidenti della Camera e sono unanimemente riconosciuti dai colleghi deputati come i più abili e autorevoli nella gestione delle sedute. Il secondo, che a Roma non sarà candidato ma avrà voce in capitolo sulla partita di selezione dei nomi, ieri sera in televisione l’ha definito «una persona onesta».
L’invocazione dei suoi - Che non vedono l’ora di vederlo al Campidoglio. Il suo nome, sussurrato e spesso nascosto quasi per scaramanzia, è il più gradito dal ceto politico Pd. Slegato dalle logiche cittadine, che alle ultime tornate hanno visto Goffredo Bettini ricoprire senza avversari il ruolo di king maker, Giachetti tiene insieme gran parte del partito ed è considerato l’avversario più temibile in chiave anti-M5S.