“L’importante è come si applica. Nel rugby solo l’arbitro può chiedere al TMO di interloquire su una meta e nel calcio andrebbe fatto lo stesso. Io non inserirei il challenge come accade nel tennis o football americano. Perché la moviola non è la panacea di tutti i mali e anche nel rugby in molte situazioni non si è sempre d’accordo. Certo è che risolve i casi eclatanti. Tipo quello di Muntari e Buffon. Purtroppo nel rugby -aggiunge-, e io non sono d’accordo, stiamo andando verso l’estensione del campo d’applicazione dell’arbitro video, non solo all’ultimo secondo, ovvero alla segnatura della meta, ma anche all’ultima azione, che può essere venti metri o un minuto prima. Dove si troverebbero situazioni che all’occhio umano possono sfuggire, ma non a quello del mezzo meccanico. Anche se secondo me questo porterebbe a una grande confusione”.