Si raccolgono i suoi frutti ancora oggi tra novembre e dicembre e rigorosamente a mano per non danneggiare la pianta. La pianta si trova nelle campagne e svetta tra le altre dall’alto dei suoi 15 metri. E’ di oltre cinque metri e mezzo la circonferenza del tronco, si presenta tozzo e nodoso, molto irregolare. Nella sua parte media la circonferenza arriva a 7,20 metri. Al suo interno è presente una cavità che nel tempo va via via chiudendosi grazie alle cure che hanno eliminato un fungo che ne pregiudicava la salute. Ancora l’incavo riesce ad ospitare una persona di media corporatura.
Sulla sua età si parla di tremila anni, ma certo non meno di duemila, quanto ai dati scientifici ed alle ricerche effettuate e successivamente pubblicate. La storia di questi luoghi e lo stretto legame dei popoli che li abitarono, i Sabini appunto, parla di tradizioni agricole e pastorali, ma anche di legami con la storia imperiale. Numa Pompilio originario di Cures, città preromanica a pochi chilometri dal fiume Corese, aumenta la fama di questi luoghi di cui fu fondatore Sabo, mitica figura divina.
Ma una ulteriore traccia storica riporta all’ottavo secolo in cui è documentato che S. Tommaso di Morienna inizia nella zona limitrofa alla badia una profonda opera di bonifica agraria, piantando nuovi ulivi. Nel 700 furono quindi piantati o innestati su olivastri già preesistenti centinaia e centinaia di ulivi, forse tra questi ance l’ulivo di Canneto. L'ulivone, oggi proprietà del Sig.Bertini produce tra i 7 e gli 8 quintali di olive. Sopravvissuto alla gelata del 1956 è davvero una memoria storica della tradizione e della vocazione olivicola europea. (di Vincenzo Nizza)