«E l’equivoco della luna e il dondolio, dolcissimi»

Da Lasere


Hai chiuso gli occhi.

Nasce una notte
Piena di finte buche,
Di suoni morti
Come di sugheri
Di reti calate nell’acqua.

Le tue mani si fanno come un soffio
D’inviolabili lontananze,
Inafferrabili come le idee,

E l’equivoco della luna
E il dondolio, dolcissimi.
Se vuoi posarmele sugli occhi
Toccano l’anima.

Sei la donna che passa
Come una foglia

E lasci agli alberi un fuoco d’autunno.

Giuseppe Ungaretti, da Sentimento del Tempo (1932), in Siamo fragili, spariamo poesia

~

(in infusione, data l’ora, una tisana della buona notte: un soffio d’anice sparso su un mazzetto d’erbe sonnofile profumate di violetta, poi un velo leggero di vaniglia a profumare le pareti della tazza, da lasciare sul comodino ad intenerirci la notte)