E la chiamano giustizia

Creato il 03 ottobre 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1
di Barbara Palombelli dal © FOGLIO QUOTIDIANO
Due casi spiegano – meglio di qualsiasi convegno – come stiamo messi (male). Il signor Enrico Sganzerla, commercialista 42 enne, lo scorso 12
aprile ha inseguito la sua ex Laura Roveri, insegnante di yoga e pilates venticinquenne, l’ha raggiunta a cena in un locale (il Victory di Vicenza) e l’ha accoltellata sedici volte. Le telecamere del ristorante, per fortuna, hanno filmato il tutto. Un custode ha chiamato un’ambulanza in tempo, prima che Laura finisse dissanguata (uno dei colpi le ha tagliato la gola a un millimetro dalla carotide). Tutto filmato, tutto registrato, le minacce di morte inviate per giorni via sms. Tutto chiaro, tutto documentato. In ospedale, Laura ha subito un ictus e ha rischiato di nuovo di morire per l’esplosione di un’arteria. Dopo una lunghissima convalescenza, dichiara di avere perso la sensibilità in corrispondenza delle cicatrici, in testa e sul corpo. Un danno, per chi come lei lavora con il fisico, perfetto. Ora vive sotto scorta: il comandante dei carabinieri le ha imposto una tutela. Il suo aggressore, dopo una brevissima permanenza in carcere, è stato in terapia per tre mesi ed è attualmente ai domiciliari in casa sua, una villetta comunicante con quella della sorella. Laura ha molta paura, è venuta in tv a chiedere disperatamente aiuto. Il suo ex poteva diventare il suo assassino e per la giustizia italiana “si è reso conto del gesto compiuto” dopo qualche settimana di terapia psicologica. Sta beato a casetta, accudito da una mamma micidiale, una che quando vede le telecamere inveisce contro le donne, “tutte puttane”.
Fabrizio Corona, figlio del grandissimo giornalista Vittorio, fotografo amato da uomini e donne, ragazzaccio protagonista di cronache rosa, violazioni del codice della strada, lanciatore di euri falsi e altre follie varie, sta scontando nove anni di carcere duro (secondo il Fatto di ieri “è trattato peggio dei boss del 41 bis”) per avere venduto delle fotografie al calciatore David Trezeguet. Il reato principale contestato a Corona: estorsione aggravata. Avrebbe, dunque, minacciato il giocatore per avere i soldi pattuiti in cambio del servizio in cui veniva beccato con una ragazza che non era sua moglie. Per Trezeguet, invece, si sarebbe trattato di uno scambio normale, quasi un patto fra gentiluomini. Intanto, mentre il commercialista che ha cercato di uccidere la sua ex mangia la minestrina a casa, Fabrizio Corona perde chili e si sta ammalando. Come si fa a parlare di giustizia? Come si possono invitare le donne a denunciare i loro molestatori se poi quando – per una caso fortuito – esiste il film delle tue sevizie e non basta neanche quello per imporre una pena severa? Un paese allo sbando produce due storie così. Ma per qualcuno il problema sono le ferie dei magistrati e degli avvocati.(http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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