Spesso mi è capitato di sentire amici parlare della morte prematura di Paul MacCartney già negli anni 60', e che un sosia ne ha preso il posto proseguendone la vita e la leggenda.
Inizialmente non ho dato nessun peso alla cosa, marchiandola come leggenda metropolitana ben fantasticata, ma poi negli ultimi tempi spinto da una curiosità improvvisa mi sono voluto documentare.
Quello che ho trovato in rete è senonaltro affascinante, la lettura della leggenda ti rapisce e ti spinge a controllare minuziosamente le foto in questione sul web, anche se non si potrà mai definire vera e inconfutabile, è appassionante ripercorrere i passi e gli indizi, che si voglia credere o no alla storia pensando sia possibile o solo una fantasia schizzofrenica di accaniti fun, la storia della morte è veramente coinvolgente.
Riportiamo il pezzo più dettagliato e sintetico che ho trovato nel web, nel blog http://netherworld.myblog.it, buona lettura a tutti, e lasciateci un vostro commento, la vostra opinione.
di Cristian Amadei
La leggenda della morte di Paul McCartney
Esiste una leggenda, piuttosto macabra a dire il vero, che circola dagli anni '60, per l'esattezza dal 9 novembre del 1969, data in cui, durante una trasmissione radiofonica della stazione WKNR di Detroit, il disc-jockey Russ Gibb ricevette la telefonata di un misterioso ascoltatore, tale “Alfred”, che sosteneva di conoscere un agghiacciante segreto della vita dei Beatles.
Alfred, in diretta radiofonica, rivelò che Paul Mc Cartney era morto due anni prima in un incidente stradale.
In quel periodo, i Beatles erano impegnati nella realizzazione dell’album che avrebbe dato una svolta alla storia del rock: Sgt. Pepper’s lonely hearts club band. Nel corso della telefonata, Alfred citò una serie di articoli tratti da alcuni giornali inglesi, a proposito di un incidente avvenuto alle cinque del mattino del 9 Novembre 1966. Il guidatore dell’auto distrutta, completamente sfigurato, non era stato identificato. Ma secondo Alfred aveva un nome: Paul McCartney.
Dopo quattro mesi dall’incidente, nel febbraio 1967, il fan club ufficiale dei Beatles lanciò, senza una apparente ragione, un curioso concorso: «Cerchiamo il sosia di Paul McCartney». Centinaia di persone, da ogni parte del mondo, spedirono la loro foto e si presentarono alle selezioni indette dal fan club. Ma, stranamente, il vincitore del concorso no fu mai nominato...
Perché? Forse per nascondere una scomoda verità. Secondo il misterioso Alfred, infatti, il sosia di Paul fu trovato davvero, il quale, dopo “ritocchi” ai lineamenti e alla voce, ne prese il posto.
Se siete pronti ad affrontare questa affascinante storia, seguitemi in questo viaggio, che vi preannuncio essere davvero molto affascinante (e anche un tantino inquietante, poiché, se la morte di Paul McCartney fosse avvenuta veramente, ci troveremmo di fronte a una delle bugie più incredibili e meglio archestrate della storia della musica).
La leggenda, per riassumerla con le parole di Wikipedia, è la seguente: "Una sera Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles. Salì sulla sua auto per tornare a casa e lungo la strada raccolse una ragazza che faceva l'autostop. La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando da casa perché era incinta e, contro il parere del suo ragazzo, aveva deciso di abortire.
Solo in un secondo momento Rita realizzò che la persona al volante era Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventò e distrasse McCartney, che non vide il semaforo diventare rosso. Pur riuscendo a evitare l'urto con un altro veicolo, l'auto del beatle uscì di strada e si schiantò contro un albero, prendendo fuoco. Paul, sbalzato fuori dall'abitacolo, sbatté la testa contro l'albero, perse i denti e si bruciò i capelli. Sia Paul che Rita persero la vita".
Da allora, che l'incidente sia avvenuto o meno, i Beatles rilasciarono numerosi album contenenti parecchi indizi. Vediamoli uno a uno.
In questa copertina, che riporto qui a lato, si vedono i Beatles con coltelli da macellaio, parecchie bambole fatte a pezzi e abbondanti macchie di sangue. Cosa ancor più interessante, è che George Harrison tiene la testa della bambola vicina alla testa di Paul...
Questa copertina, troppo esplicita e cruenta, fu ritirata dal mercato e sostituita da quella ufficiale, nella quale vi sono comunque riferimenti espliciti (il baule che, in realtà, è molto più simile a una bara) alla morte di Paul.
Nel brano di apertura dell'album, Taxman, Harrison canta (in realtà in due diverse strofe della canzone): If you drive a car e if you get too cold; il primo verso significa certamente "se guidi un'auto", il secondo "se hai troppo freddo", potrebbe anche essere letto come "se diventi troppo freddo". Mentre, in Tomorrow Never Knows (titolo tratto dal libro tibetano dei morti) Lennon canta play the game of existence to the end ("gioca il gioco della vita fino alla fine").
Come potete chiaramente vedere, i fiori, oltre a comporre la parola Beatles, ritraggono anche un basso per mancini (come quello usato da Paul). Sulla destra compare una bambola che ha in grembo un'auto che si dirige verso la parola "Stones" (pietre). Paul è anche l'unico a imbracciare uno strumento nero (un oboe). Inoltre, sopra la sua testa vi è il disegno di una mano che, secondo alcune popolazioni asiatiche, aperta sopra la testa, significherebbe morte.
Ma le stranezze non finiscono qui.
Successivamente, in White Album, nel brano Glass Onion (termine con cui si indicano le bare di vetro), un malizioso Lennon canta: here's another clue for you all: the walrus was Paul ("ecco un altro indizio per voi tutti: il tricheco era Paul"). Inoltre in "I Am the Walrus" si sente una voce che dice "oh is really dead" (poco dopo il 4° minuto). Osservando il retro di copertina, girato di lato, e lasciando che gli occhi vadano fuori fuoco, sembra apparire l'acronimo RIP.
In Don't Pass Me By (che qui sentite al contrario) Ringo canta: you were in a car crash and you lost your hair ("hai avuto un incidente d'auto e hai perso i capelli").
Revolution 9 inizia con una voce che scandisce tre volte number nine che ascoltata al contrario suonerebbe turn me on, dead man ("accendimi, uomo morto"); il numero 9 si riferirebbe sia alla somma delle lettere che compongono il nome McCartney (nove, appunto), sia al giorno della presunta morte (il 9 novembre). Fra i rumori che compongono questo brano c'è anche una frenata d'automobile e uno schianto, e un coro che sembra ripetere "Paul is dead, Paul is dead" ed una voce che grida velocemente "I'm die!". Dopodichè si sentono delle urla. Alla fine di I'm So Tired, un'altra voce ascoltata al contrario sembrerebbe dire "Paul is dead man: miss him, miss him, miss him!" ("Paul è l'uomo morto: mi manca, mi manca, mi manca!").
Per quanto riguarda gli indizi sonori circa la presunta morte di Paul, trovo davvero strabiliante che molte delle loro canzoni, ascoltate al contrario, o semplicemente con attenzione, rivelano dettagli sconcertanti.
Il gruppo attraversa la strada in fila indiana, ognuno con un abito che sembra richiamare una figura iconologica diversa: John vestito di bianco (sacerdote o forse angelo), Ringo con un completo nero che potrebbe far pensare al portatore della bara, Paul scalzo (un altro richiamo al fatto che i morti non portassero le scarpe), fuori passo rispetto agli altri, con gli occhi chiusi, tiene la sigaretta con la destra (pur essendo mancino); e infine George, in jeans, potrebbe ricordare un becchino. Sulla targa del "maggiolino" ("beetle") Volkswagen bianco parcheggiato a sinistra, simile a un carro funebre, si legge "28IF" ("28 SE", interpretato come "Paul avrebbe 28 anni SE fosse ancora vivo"). Anche il resto della targa , "LMW", è stato letto come "Linda McCartney Widowed" (vedova) o come "Linda McCartney Weeps" (piange).
Come se non bastasse, come dimostra un interessante ricostruzione, la statura di Paul McCartney sarebbe notevolmente aumentata dopo il 1967. Se prima di tale data era alto all'incirca come John Lennon, come si evince da numerosi scatti dell'epoca, successivamente, Paul diventa più piazzato e molto più alto, cosa piuttosto strana, considerato il fatto che, quando si schiantò con l'auto (certo, sempre che questa teoria sia vera), aveva già 25 anni...