Per il secondo anno consecutivo ad esultare sotto il traguardo di Sanremo è un australiano. L'anno scorso fu il turno di Goss, questa volta, invece, si è imposto Simon Gerrans, della neonata GreenEdge, che conquista la prima vittoria in una Classica Monumento alla primissima occasione a sua disposizione. Grande prova di un sempre immenso Fabian Cancellara, che nelle fasi finali della corsa ha dato nuova linfa ad un'azione, iniziata da Vincenzo Nibali sul Poggio, che aveva poco margine di vantaggio sul gruppo lanciato all'inseguimento con poche decine di metri di svantaggio.
La prima fase della gara è animata da una fuga formata da 9 uomini: Grudzev, Suarez, Pagani, Oroz, Cheng Ji, De Negri, Morkov, Berdos e Laengen. Il vantaggio massimo è stato di 14' dopo 60km di corsa, prima che il Team Sky si mettesse a fare il ritmo per favorire il rientro del gruppo. Dopo lo scollinamento sul Turchino la Liquigas prende in mano la situazione, con il vantaggio dei battistrada che continua a scendere. Una sesantina di chilometri dopo il plotone avrebbe affrontato la salita della Mànie, senza però aspettarsi ciò che in realtà sarebbe successo. Si stacca, infatti, il campione del mondo Mark Cavendish, quando il gruppo era formato ancora da 150 unità. La debacle è completa, con il britannico che non sarebbe più riuscito a rientrare sui migliori.
La selezione, però, è ancora maggiore nella discesa, che fraziona il gruppo in due tronconi: rimangono attardati, nel secondo, fior di velocisti come l'americano Tyler Farrar e gli azzurri Manuel Belletti ed Elia Viviani. A questo gruppo, con l'aiuto di 4 compagni di squadra, si accoda anche Cavendish. Il problema, per tutti questi atleti, è che il primo gruppo è ormai lontano ed infatti non sono più riusciti a rientrare. La fuga, che nel contempo era rimasta in testa alla corsa, è stata ripresa quando mancavano ancora 60km grazie all'azione, in testa al plotone, della BMC. Sui colli, che precedono Cipressa e Poggio, ha fatto il ritmo l'Omega Pharma che è intenzionata a far saltare i velocisti rimasti nel gruppo per favorire il loro capitano Tom Boonen.
Sulla Cipressa, quando mancavano 27km al traguardo, la Liquigas prova ad indurire ancora di più la corsa con Valerio Agnoli, anche se il ritmo imposto non è di quelli che fanno male. Provano allora ad evadere prima Patxi Vila, poi l'olandese Johnny Hoogerland: sulla sommità il vantaggio è di una decina di secondi e i battistrada sono ripresi sul successivo tratto in piano. Nel contempo un'altra caduta taglia fuori Gilbert e Di Luca, che non sarebbero più riusciti a rientrare.
La stoccata decisiva è nata sul Poggio, attaccato in testa dagli uomini della Rabobank. Ci prova per primo un ancora generoso Agnoli, che lavora per i capitani Nibali e Sagan. L'azione, però, non prende piede e dopo un nuovo attacco di Hoogerland è proprio Nibali che attacca, quando mancano 7,5km al traguardo. Riescono a seguirlo solo due uomini: l'australiano Simon Gerrans e lo svizzero Fabian Cancellara, che tira praticamente per tutti gli 8000 metri conclusivi riuscendo ad evitare il ritorno di ciò che resta del gruppo. Come sempre si dimostra tanto, forse troppo generoso, tirando quasi la volta agli avversari. Gerrans ringrazia e conquista la vittoria, anche se il "diretto di Berna" non arriva poi così lontano dal campione nazionale d'Australia. Si accontenta del terzo posto Vincenzo Nibali, seguito, con lo stesso tempo, dal compagno Sagan che regola i compagni d'avventura. L'Italia, nonostante continui a rimanere a secco nelle grandi classiche, è ben rappresentato nella Top10, con Filoppo Pozzato sesto, Alessandro Ballan ottavo, Daniel Oss nono e Daniele Bennati decimo.
Per il secondo anno di fila la Classicissima, oltre che da un australiano, viene vinta da un atleta difficile da poter essere pronosticato. Cancellara, come se ce ne fosse bisogno, si conferma come il miglior cacciatore di classiche, in attesa del ritorno a pieno regime di Gilbert, con una serie incredibile di podi conquistato anche nelle Monumento. Prova positiva per Nibali, che dopo aver fatto sognare gli italiani allo scorso Lombardia, ha mostrato di nuovo di poter competere anche per le corse di un giorno.
Gianluca Santo