Lo rese speciale quella volta che in un Ascoli-Napoli del 1989 (11 giugno), l’allenatore di allora, Ottavio Bianchi, lo fece entrare al 79’ come attaccante al posto di Careca infortunato. Resterà per sempre l’unico, poiché successivamente le regole cambiarono e non sarà più possibile sostituire un giocatore con un portiere a meno di un’espulsione del titolare. Ma facciamo ulteriore chiarezza sul singolare episodio… (tratto da un’intervista storica)
Di Fusco, può raccontarci come andò?
«Eravamo in emergenza dal sabato: Maradona non c’era, Carnevale si era fatto male. Bianchi disse che io ero più forte degli attaccanti della primavera e quindi era inutile chiamarli».
E allora?
«Il giorno della partita il mio nome comparve nella lista della squadra col numero 12 e col 16. In panchina eravamo quattro ».
Quale maglia indossò?
« Nessuna delle due. Avevo la tuta. Poi Careca si fece male e Bianchi mi disse ’Rafaé spogliati’, io lo guardai ma capii che diceva sul serio, in fondo in allenamento mi ripeteva che ero bravo in attacco ».
Che tipo di giocatore era?
«Come portiere?».
Come centravanti.
« Tecnico, bravo coi piedi ma non potente. E forte nel gioco aereo».
In panchina era rimasto Romano, un centrocampista: perché non schierare lui?
«Era lì per onor di firma, stava male».
Dunque Di Fusco entra in campo. E poi?
«Giordano, che giocava nell’Ascoli, disse subito ai suoi: questo lo conosco, marcatelo a uomo». Riuscì a prendere la palla?
«Mi marcava Benetti, Paolo non Romeo, qualcuno non credeva ai propri occhi: il loro portiere, Pazzagli, quando mi vide arrivare in area, buttò la palla fuori per fermare il gioco perché non capiva cosa stesse succedendo. Provai a segnare di testa, ma Pazzagli parò il tiro».
Si disse: Bianchi lo fece in polemica con la campagna acquisti della società.
«Me lo ricordo, ma che posso aggiungere? Non c’erano mica le rose di oggi. Comunque fu divertente: è il sogno di ogni portiere entrare in campo da centravanti. E fino a quel giorno si poteva»
Raffaele Di Fusco nasce a Riardo il 6 ottobre del 1961, cresce calcisticamente nelle giovanili del Napoli, muove i primi passi da professionista in prestito nel Vicenza, dove resta per tre stagioni, per poi tornare al Napoli dove rimane per tutta la sua carriera, fatta eccezione per le parentesi di Catanzaro (85-86) e Torino (91-93), e si toglie la soddisfazione di due scudetti (86-87 e 89-90) e le Coppe Italia (86-87) e UEFA (88-89). Al termine della carriera (1998) da giocatore ne inizia una da allenatore, prima nelle giovanili del Napoli, poi come Preparatore dei portieri della prima squadra. Allena in prima anche Viribus e Cavese, e allena i portieri di Siena, Messina e Pro Patria (che allena in prima ad aprile 2009). Attualmente è allenatore dei portieri per il Torino.
Ha ideato e brevettato il “deviatore di traiettoria”, utilissimo strumento per l’allenamento dei portieri.
Una vita per il calcio, e ancora oggi non smette di stupirci, anche se per molti resterà sempre “il portiere entrato in attacco”.
Guarda il video di Ascoli-Napoli 2-0 del 1989
Di Cristian Amadei