E LO RESE SPECIALE... - Silvio Piola

Creato il 06 luglio 2010 da Calcisulcalcio
La dedica di questo martedì è per un vero e proprio eroe del calcio, un uomo d'altri tempi, come non ce ne sono mai più stati, e se non è accostato a Pelè o Maradona, è solo perchè negli anni 30'-40' non c'era la globalizzazione e le informazioni non facevano il giro del mondo con un'ora, ma la leggenda doveva crescere piano piano. Lo rese speciale una serie innumerevole di record, molti dei quali tuttora imbattuti, è il bomber italiano più prolifico della storia con 364 reti, il migliore della serie A italiana con 274, il miglior realizzatore di tre squadre diverse ancora oggi: Pro Vercelli, Lazio e Novara, inoltre è il più anziano goleador su azione della serie A (40anni,9mesi,6giorni), e infine è l'unico goleador della storia ad aver mai segnato 6 reti in una gara di campionato tutti su azione. Se non vi fosse bastato si può aggiungere che nel 1938 alzò la Coppa Rimet con l'Italia al mondiale disputato in Francia. Questo si che è un campione, altro che gli arroganti miliardari di oggi...Silvio Piola nasce a Robbio il 29 settembre 1913 e muore a Gattinara il 4 ottobre 1996. Inizia la sua carriera giovanissimo da professionista, appena a 16 anni nella Pro Vercelli, a 17 anni segna già 13 reti, e nel 1935 si trasferisce alla Lazio dove vince due volte il titolo di capo cannoniere della serie A, e debutta in nazionale al posto dell'infortunato Schiavio, segnando una doppietta contro l'Austria che lo renderà titolare inamovibile. Nei mondiali segna reti a raffica, due anche nella finalissima contro l'Ungheria che ci farà alzare la coppa per la seconda volta. Chiude la sua carriera nel 1954 nel Novara dopo aver vestito anche le maglie di Torino e Juventus, bagnando la sua carriera stellare di una pioggia di gol che mai nessuno riuscirà ad eguagliare. Ancora oggi le sue gesta restano indimenticate da tutti quelli che amano il calcio, e anche i giovani, visto che il premio di cannoniere under 21 porta ancora oggi il suo nome. Un vero esempio di vita per i calciatori di nuova generazione. Dopo il suo addio al calcio divenne allenatore, guidando la nazionale nel 1954 e il Cagliari fino al 1957.Nel periodo più buio della storia italiana, quello della guerra mondiale, la sua stella brillò grazie alla passione per il calcio, portando sollievo a tutti quei tifosi che avevano la forza di emozionarsi e la fortuna di vederlo in campo.
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