E mentre in Italia si muore di crisi…

Creato il 30 agosto 2012 da Brasilitalia

La notizia è “curiosa”, considerando il periodo che stiamo vivendo. E per la verità non è nemmeno molto chiara, dato che non chiarisce se questi soldi sono lordi o netti. E nemmeno dà un’idea di quanto sia il costo di vita in Norvegia. Ma è certo che stiamo parlando di molti soldi (quasi 12.000 euro al mese). Sarà certamente un lavoro durissimo e in estreme condizioni, ma un pensierino lo si potrebbe anche fare…

Norvegia, 143.000 euro non bastano: gli impiegati del settore petrolifero in sciopero

Il settore è in crescita, Oslo non accusa la crisi e i lavoratori chiedono gli aumenti

Vivere con 143.000 euro l'anno può essere un problema, per qualcuno, e quindi è giusto scioperare per avere un aumento. In Norvegia i lavoratori del settore petrolifero, la cifra indicata è la paga media di ciascuno di loro (in Inghilterra un impiego analogo vale 74.000 euro), da mesi sono in vertenza per ottenere un salario migliore.

LA CRISI QUI NON C'È - Può sembrare una bestemmia, ma in realtà la Norvegia non è stata toccata dalla crisi che ha colpito il resto del mondo e la pretesa dei lavoratori, che ad agosto ha portato i lavoratori sulle piattaforme a 16 giorni di sciopero (chiedevano anche il diritto alla pensione anticipata) e che dovrebbe portare quelli dei servizi a terra ad altrettanto, è legittima. Ed è legata saldamente alle proteste degli insegnanti, degli impiegati pubblici, di quelli del servizio aeroportuale.

SETTORE IN CRESCITA - La Norvegia nel secondo quarto del 2012 ha registrato un'economia in crescita del 5% su base annuale, non ha debiti, ha il bilancio in attivo e ha ammassato 600 miliardi di dollari (120.000 dollari per cittadino, poco più di 95.500 euro a testa) derivati dal petrolio in un fondo sovrano. I lavoratori arrivano a frotte, e il settore petrolifero - che vale circa un quinto del pil - è in grado di accoglierli quasi tutti. Ecco perché il settore richiede un aumento.

GLI INVESTITORI ESITANO - La competizione può migliorare ulteriormente la condizione dei lavoratori in quello che è il terzo esportatore mondiale di petrolio (in Australia gli stipendi stanno rapidamente raggiungendo gli stessi livelli, e i lavoratori norvegesi chiederanno aumenti ulteriori per evitare il trasferimento), ma paradossalmente farà del male alla Norvegia in termini di competitività. Ryan Lance, amministratore delegato delle raffinerie ConocoPhillips, spiega: «Quello che sta accadendo rende il paese meno competitivo di come era una settimana, due settimane o un mese fa in termini di investimento. È sempre un paese attraente, ma lo diviene sempre meno».

fonte: Corriere della Sera


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