E mentre l’Italia soffre, la nobiltà festeggia alla corte di Re Giorgio

Creato il 03 giugno 2012 da Iljester

Mi è difficile pensare che mentre l’Italia soffre le pene dell’inferno, tra una crisi economica e un terremoto, le nostre istituzioni scivolino sui problemi degli italiani, come un piroscafo scivola sull’acqua. Non ci sono i soldi per pagare pensioni né per creare lavoro e rilanciare l’economia, epperò ci sono i soldi per pagare i politici e per organizzare i party al Quirinale.

Una beffa? Probabilmente sì. Una gran beffa per un paese il cui tasso di disoccupazione ormai si attesta al 10,9% e che presto toccherà l’11%; per un paese – preciso – nel quale si è fatto presto a riformare le pensioni (appena pochi giorni) e che per contro non ha risolto ancora il problema dello spending review. Perché se è facile fare i virtuosi sulle poche sostanze della povera gente, che non può opporsi ai tagli, un po’ meno lo è con i potenti, i quali hanno ben altro che l’arma del voto per indurre un Governo a più miti consigli.

Ecco dunque che in Italia il solco delle disuguaglianze sociali diventa sempre più profondo, sempre più marcato. Tanto che non pare poi così azzardato il raffronto con un altro periodo oscuro per le società europee: quello degli assolutismi. Certo, oggi viviamo in una democrazia – seppure illusoria- ma non è mai come una monarchia assoluta, nonostante alcuni connotati tipici degli ancien régime ci sono e si vedono.

Prendiamo il gran gala a Quirinale di due giorni fa. Mentre in Emilia Romagna si soffre e c’è chi è perito sotto le macerie, ecco che il Quirinale non rinuncia a una festa che ai più appare inopportuna. E non parlo della parata militare sulla quale si è speso parecchio inchiostro in polemiche. Parlo di una festa che per quanto sobria negli intenti, alla fine si è comunque rivelata come un pugno in un occhio per gli emiliani (e non solo per loro) che soffrono.

Peraltro fosse stato almeno un Gala per le più alte cariche istituzionali, forse sarebbe stato persino più digeribile. Ma il fatto è che alla festa sono stati invitati uomini di spettacolo, giornalisti più o meno schierati (a sinistra), attrici, attori, comici e personaggi ai più sconosciuti, e in un contesto di frivolezza che mal si accosta al momento di grande compostezza che le istituzioni dovrebbero oggi tenere, anche in rispetto della giovane vita di Melissa Bassi, stroncata da un attentato dinamitardo ancora del tutto incomprensibile.

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E invece nulla. Il gala quirinalizio si è fatto e le fotografie pubblicate dai giornali hanno dimostrano che la sobrietà è stata solo apparente. Del resto, è difficile immaginare un gala sobrio. Un gala è un gala. Altrimenti è un funerale. Non vi è una via di mezzo, e solo l’ipocrisia istituzionale può dar l’illusione che ne esista una.

Fortunatamente è tutto finito, ma guai a chiedere al Capo dello Stato quanti soldi dei contribuenti sono stati spesi per questo affronto al popolo italiano che dimostra lo scarso rispetto istituzionale nei confronti delle vittime del terremoto e della memoria per la piccola Melissa. La risposta che avrete sarà solo una: non si può dire. Questioni di sicurezza nazionale.

di Martino © 2012 Il Jester 


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