Per i bibliofili, quanto si leggerà sarà portatore di fibrallazioni cardiache: vi si narrano, infatti, le strane e misteriose vicende attorno alla Biblioteca dei Girolamini, a Napoli, che è stata “pubblica fin dal Seicento e ora statale: 150.000 volumi, in massima parte antichi”, come si può leggere nell’articolo, e sui cui banchi studiò il filosofo Giovan Battista Vico. Il nuovo direttore della Biblioteca infatti, tal Marino Massimo De Caro, tratteggiato come un “Lavitola del libro”, avrebbe un passato davvero poco pulito, ed una non chiara passione per il libro antico… passione non da bibliofilo, ma da “commerciante internazionale” del mercato nero del libro antico, appunto… essendo stato, tra l’altro, coinvolto nelle indagini circa la ricettazione di un prezioso esemplare di Hypnerotomachia Poliphili (incunabolo del 1499) sparito a Milano e venduto nel 2005 alla Mostra del libro antico, indagini chiuse per il mancato rinvenimento del corpo del reato. (L’autore a più riprese, circa le sue affermazioni sul De Caro, fa riferimento al libro “Il sottobosco – Berlusconiani, dalemiani, centristi uniti nel nome degli affari” di Ferruccio Sansa e Claudio Gatti, edito da ChiareLettere)
Stando alle parole del padre Sandro Marsano, il sacerdote oratoriano che accoglie l’autore nel complesso secentesco, pare che tra 1960 e il 2007 siano spariti circa 6000 volumi.
E noi di Terronia qui ci chiediamo: resteranno, i Napoletani, a guardare questo scempio che mina al cuore la cultura di una splendida città? Lasceranno, come dice l’autore di questo articolo che – ripetiamo – invitiamo a leggere, che Napoli muoia ancora un pò?
osservatorio Terronia:
Bibliofilia e petrolio. Horror (pulp) alla Biblioteca dei Girolamini, Napoli
di Tommaso Montanari, pubblicato il 30 marzo 2012 nel blog micheledantini – About care and carelessness