Stamattina ero sul letto con il mio bambino per qualche coccola. Lo guardavo da vicino e gli parlavo.
Lui mi guardava serio serio.
Ad un certo punto ha allungato la manina e l'ha appoggiata sulla mia guancia e ho avuto la netta sensazione che fosse un gesto voluto, non un semplice spasmo muscolare.
E' stato un gesto studiato, pensato.
E io sono scoppiata a piangere.
Diciamocelo, dopo una gravidanza di m***a tutto sommato me lo meritavo un parto da manuale.
Una settimana fa circa è nato mio figlio e dirlo mi fa ancora impressione.
Mio figlio. Il mio bambino.
Alle 20.30 circa rottura delle acque, conseguente ricovero alle 21.30 circa.
L'ostetrica manda a casa FF rassicurandolo che fino al mattino seguente non sarebbe successo niente. Io invece vengo mandata in reparto.
All'una circa invece le contrazioni si fanno insopportabili e vengo portata in sala travaglio, ma mi viene detto di aspettare prima di avvisare FF.
Alle 3.30 circa chiamo l'ostetrica dicendole che non riesco a respirare, lei mi visita e dice "ok, adesso chiama suo marito e gli dice pure di sbrigarsi".
Poi dice che non c'è tempo di fare l'anestesia e in quel momento penso che forse ho fatto il passo più lungo della gamba e vorrei morire, ma è solo un attimo.
E' incredibile come la natura ci insegni esattamente che cosa dobbiamo fare in quelle situazioni. Non ho nessun dubbio su ciò che devo fare e su quello che ci si aspetta da me. Che mio figlio si aspetta da me.
Circa mezz'oretta dopo arriva FF. Per fortuna è notte e le strade sono sgombre perchè alle 5 meno 10 finalmente mi viene messo sulla pancia l'essere umano che per nove mesi ci ha abitato dentro. L'essere indifeso che per nove lunghi mesi ho avuto paura di perdere e che ho protetto ad ogni costo.
Mio figlio.
Che smette di piangere quando lo stringo col cordone ombelicale ancora attaccato.
L'essere umano che ho desiderato, immaginato e voluto più di ogni altra persona al mondo.
Se fa male partorire? Beh sì, parecchio.
Mi è passata la voglia di fare la figa e dire "oddio, due spinte ed è uscito! Sono io che non ho voluto l'anestesia perchè non ce n'era assolutamente bisogno!".
Ecco, se ci fosse stato il tempo di anestetizzarmi l'avrei gradito.
Ma è anche altrettanto vero quello che si dice, ovvero che nel momento in cui si sente quel pianto per la prima volta si spegne nel cervello l'interruttore del dolore e niente importa più al mondo.
Se non la mia famiglia. Se non abbracciare per la prima volta insieme i due uomini della mia vita: mio marito e mio figlio. Con un'emozione in gola da non riuscire nemmeno a piangere.
La mia famiglia.
Ora quell'esserino meraviglioso che è sbucato dalla mia pancia russa (si, russa!) nel lettino di fianco al mio letto.
Sarò anche sfacciatamente di parte, ma non ho mai visto un bambino così bello. Mia madre sostiene che somigli a FF, qualcun altro dice invece che è la mia copia sputata. Per me invece è semplicemente unico al mondo.
La Redazione
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