Il piccolo è nato lo scorso 7 novembre da mamma Ashante e papà Mongomo ed è stato rifiutato dalla madre, comportamento che talvolta si può verificare in questa specie. I guardiani del reparto Primati lo hanno trovato aggrappato alla nonna materna Jasmine che vive insieme alla coppia.
Dopo aver analizzato attentamente la possibilità del reinserimento nel gruppo, lo staff zoologico ha immediatamente predisposto i turni di allattamento artificiale ogni 4 ore, giorno e notte. Il piccolo sta bene ed è arrivato al peso di circa 720 gr (alla nascita ne pesava 641). Per ogni ‘poppata’ assume 30 ml di latte artificiale come quello che si dà ai bambini neonati (la dose da cui si è partiti è 9 ml).
Il cucciolo al momento non è visibile al pubblico ma, appena possibile, avrà inizio il programma di inserimento graduale nel gruppo dei 3 cercocebi del Bioparco, con metodi già sperimentati in altri zoo.
Si ricorda, che il Bioparco partecipa al programma europeo di riproduzione in cattività per le specie minacciate di estinzione (EEP). Purtroppo, il cercocebo dal collare rientra nella triste classifica delle 25 specie di Primati maggiormente minacciate di estinzione al mondo soprattutto a causa della distruzione dell’habitat e per il bracconaggio”.
Sul portale del Bioparco, e sulla pagina fan Bioparco su Facebook si potrà consultare il ‘diario del neonato’ fino a quando il piccolo non sarà visibile al pubblico.
IL CERCOCEBO DAL COLLARE - Cercocebus atys lunulatus
Vive nelle foreste tropicali del Ghana e della Costa d’Avorio in gruppi misti di 10-25 individui. La femmina raggiunge la maturità sessuale all’età di circa 3 anni e ogni 12-18 mesi nasce un cucciolo dopo una gestazione di 22 settimane. I maschi abbandonano il gruppo natale mentre le femmine rimangono instaurando una stretta gerarchia di dominanza. Fra le specie di cercocebo, il cercocebo dal collare è quella che trascorre la maggior parte della giornata sul terreno, dove ama concedersi lunghe pause per sedute di grooming e compiere ampi spostamenti alla ricerca di noci, che spacca con facilità grazie alle robuste mascelle. Nel fitto sottobosco della foresta si nutrono anche di frutta, semi, insetti ed altri piccoli invertebrati.
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