Cosi' ho deciso che diventasse una bella settimana di carico, iniziata lunedi con una seduta di nuoto possente (Thomas sta spingendo sull'acceleratore, adesso) e con la Camminata del Buongustaio il primo maggio, poi un mega combinato il sabato, con il consueto giro del Challenge Rimini Bike course la mattina (stavolta nel quasi definitivo assetto gara -Cervelo S5 e Zipp 303, mancano solo le appendici- seguita da una corsa di poco piu' di un chilometro (giusto per la firma) e dopo un rocambolesco ritorno a casa (con i miei genitori al seguito niente e' normale) serata in piscina, per la seconda seduta settimanale.
Nella foto, da sinistra: Alan, Matteo, Angelo, Jacopo, io, Piergiorgio, Gianmarco, Zeno e Leo.
E siamo a domanica. Il 5. Il mio compleanno, appunto. Visto che avevo corso poco dopo la bici, sono andato a Casalecchio dove er ain programma la corsa con A.N.I.O., Dodici km, molti nel verde del lungo Reno, tirato quasi a forza dal DOC, che non perde occasione per farmi far fatica a scopo dimagrimento. Oltretutto essendo neofita del Triathlon lui ha bisogno di supporto -soprattutto psicologico, visto che il nuoto lo terrorizza- e dunque oltre a correre abbastanza forte, con le gambe provate dal combintatone del giorno prima, ho dovuto anche parlare. O meglio, smozzicare parole con una certa logica. Fino a circa 7 km mi e' anche riuscito, dopo molto meno.
Carla, preso il coraggio a 4 mani, si e' lanciata nella JJRunning, la Corsa al femminile che si svolgeva in centro. 6 km per riprendere un po' di confidenza con al corsa. Un (altro) inizio, intanto.
Poi, finalmente "era la mia volta". Il pranzo per festeggiare i 10 lustri.Tutte le scelte primarie presentavano un'oggettiva difficolta'. Chiuso per turno la domenica. Cosi' (non certo scelta secondaria, ma "laterale") abbiamo prenotato dall'Aurora Mazzucchelli, Ristorante Marconi di Sasso M., pluripremiata e una delle stelle nascenti nel panorama culinario italiano, vista spesso su Gambero Rosso e famosa per le combinazioni ardite.
Il ristorante ha pochi tavoli, in sala il fratello (simpatia non immediata, ma senz'altro personaggio). Ambiente raffinato ma non formale, quasi "ruspante". Io e Carla siamo, in verita', curiosi a tavola, e decidiamo per il Menu Aurora, e ci facciamo consigliare un vino "di rottura" (Pignoletto del 2006, un bianco "datato", secco, ma non passito).
Il menu' e' assolutamente stupefacente, intrigante e spiazzante, in certe combinazioni. Di sicuro non adatto ai tradizonalisti. Ma forse proprio per questo da vivere, come esperienza di gusto tout court. Il vino? Eh, beh la vera chicca: "sgurava" la bocca dal piatto precendente in maniera perfetta, e sebbene una leggera prevenzione, lo abbiamo finito, con grande soddisfazione, pure!