[on air:Low - Lullaby]
A volte è solo un fugace pensiero dai bordi nemmeno troppo distinti, a volte lo sento sfiorarmi la mente, a volte irrompe violentemente nella mia vita lasciandomi stanca ma con la paura che possa essere stata l’ultima volta. A volte per giorni interi non accade nulla, cerco avidamente la sua presenza nella mia giornata ma per quanto mi sforzi nulla accade, ne sento terribile la mancanza, un vuoto difficile da colmare se non immergendomi nella quotidianità.
MI affaccio alla finestra,una gazza ferma in cima al cedro del Libano attrae la mia attenzione. È esattamente quello il momento in cui può arrivare oppure mentre un raggio di sole colpisce le cromature della batteria in camera di mio figlio. Non sempre posso rispondere ma quando sento il suo arrivo un brivido mi corre lungo la schiena, preludio di emozioni contrastanti che ogni volta mi fa provare. Mi avvolge con il potere dei ricordi, mi fa ridere per le caricature che mi mostra, mi stupisce e inorgoglisce talvolta quando mi fermo ad ascoltare quel che ha da dire.
Avevo circa dieci anni e per la prima volta sdraiata su un pavimento l’ho incontrata e anche allora c’era la musica ad accompagnare questo incontro. Poi per anni l’ho rifiutata cedendo alla razionalità e non permettendo che rientrasse nella mia vita fino a pochi anni fa quando ho capito che sarebbe stata la mia salvezza. La scrittura è la mia salvezza.
I pensieri che nascono colorati come fiori, leggeri come piume o grevi come macigni arrivano, mi scorrono lungo le spalle fino alla punta delle dita e io accarezzo questi freddi tasti neri senza nemmeno sapere cosa sto scrivendo, li lascio camminarmi dentro andando a scovare nei più nascosti angoli della mia anima segreti, emozioni, paure, sogni, gioie, fantasie, ricordi e permetto loro di accompagnarli in questo luogo terra di nessuno dove chiunque se ne potrà abbeverare o li potrà ignorare.
Aspetto che tutti escano per poter godere di questo nuovo incontro. Non voglio sentire altro rumore che la musica che ascolto o il silenzio di una casa completamente vuota o il ticchettìo sulla tastiera….E non mi rileggo, se non dopo aver battuto l’invio perché questa è l’ultima possibilità che ho di essere per qualche momento la bambina impulsiva che ero, quella che non si preoccupava mai delle conseguenze delle sue parole; chiudere periodicamente il blog è come rivivere un “non gioco più”, scappando rapidamente dal cortile…Il blog è il mio “cortile” ora, l’ispirazione è la mia migliore compagna di giochi quella a cui affido pensieri colorati come fiori, leggeri come piume o grevi come macigni.
Foto © Brunella Saleri