È online il documentario Sud Altrove

Da Anacronista
Segnalo che il documentario Sud Altrove è finalmente visibile online per intero. Realizzato da un gruppo di ragazzi e ragazze calabresi (Ass.ne Terrearse LAB, già LiberaReggio LAB), che all'idea di un'emigrazione "fatale" non poteva proprio rassegnarsi, il documentario parla dell'emigrazione attuale dal Sud - e non genericamente "italiana all'estero" (benché con questa abbia diversi punti in comune), perché riteniamo che abbia una sua specificità e continuità, all'interno di un contesto che vede ancora oggi l'Italia letteralmente spaccata in due nell'indifferenza generale.  Volevamo andare più a fondo alla questione e abbiamo posto a tanta gente diversa le stesse domande che ponevamo a noi stessi/e. Dopo aver raccolto molto materiale (oltre 10 ore di interviste), essendo la prima esperienza in questo senso, il montaggio è stato particolarmente faticoso - difficile armonizzare tante voci, dare a questo collage un senso logico e soprattutto porre la questione in modo da mostrarne i vari aspetti, anche contraddittori, senza banalizzare e senza al contempo annoiare troppo. Tanto più che gli intervistati e le intervistate rispondevano spesso con delle riflessioni molto preziose e mi sembrava ogni volta un peccato mortale sacrificarle alla coerenza del tutto.  L'obiettivo non era quello di realizzare un prodotto estetico, ma un racconto di "inchiesta sociale", come dire. Da autrice, quello che mi interessava non era limitare il racconto a un qualche autobiografismo, a qualche nostalgismo o a qualche rappresentazione puramente emotiva. Mi interessava tentare di mettere in luce la questione politica che sta dietro l'emigrazione meridionale di oggi, scorgendola attraverso il filtro dei vissuti personali.  Infatti, nel video non si parla solo di emigrazione, ma anche di 'ndrangheta, di media, di sperequazioni economiche tra il Nord e il Sud Italia, oltre che degli aspetti culturali e più "esistenziali" di quella strana dialettica tra il "qui" e l'"altrove". L'emigrazione è un po' la questione in cui vanno ad addensarsi tutte le contraddizioni del Sud. Tali contraddizioni, però, non sono sicura che riguardino soltanto il meridione: la 'ndrangheta, per esempio, è una questione nazionale già da vari decenni. E il fatto, fondamentale, che si continui a partire dal Sud per andare al Nord o all'estero, e che dal Nord si parta per andare all'estero, e questo flusso sia monodirezionale e non si inverta mai, è una questione che riguarda tutti: non solo il Sud. Ma tanto il meridione quanto il settentrione ignorano di fatto questo problema che avrà sempre più pesanti conseguenze sul futuro dell'Italia tutta: il Nord senza il Sud non può crescere, lo dicono da anni moltissimi studiosi - cfr. fra l'altro i rapporti Svimez. La prospettiva privilegiata è quella dell'emigrazione interna con particolare attenzione alla Calabria, anche se vi si accosta spesso anche il discorso della mobilità internazionale: ed è emersa più volte la situazione paradossale, per cui anche spostandosi da Cosenza a Milano in Italia si parla di emigrazione. L'intenzione di questo video, comunque, non è certo di tipo "moralistico": della serie, resta perché chi resta è bravo e chi va via è cattivo. Anzi, proprio questa facile dicotomia volevamo tentare di problematizzare. Il documentario, dunque, intende promuovere un'autonarrazione che sembrava mancare. Quando il Sud si racconta, spesso lo fa in termini "enogastronomici", come dire, oppure solo in termini di cronaca; altrimenti è sempre raccontato da altri - di qui il capitolo, nel video, "terroni", che vuole esplorare il bagaglio di pregiudizi che in parte ancora oggi ci portiamo dietro. "Il Sud a partire da sé", o, come scrive Alessandro Russo, "il Sud che vuole essersi parlato": mi sembra un modo per tentare di uscire da questo circolo vizioso di desiderio di emancipazione e impotenza che alle volte sembra caratterizzare il discorso della e sulla Calabria. Chi è nato e cresciuto nel Centro-Nord spesso non comprende il discorso,  probabilmente perché non lo ha vissuto oppure perché il Sud è nell'immaginario collettivo un argomento poco interessante, e anche questo mi ha fatto riflettere. Mi spiace dei diversi difetti tecnici del video (per esempio gli sbalzi audio o alcuni stacchi improvvisi), e confesso che parecchie cose oggi le avrei organizzate diversamente. Ma va detto che lo hanno realizzato persone che semplicemente volevano saperne di più invitando a riflettere su un argomento troppo spesso dato per scontato, senza particolari pretese e/o competenze cinematografiche. Alla prossima occasione  certamente faremo meglio. Non posso descrivere, qui, quello che ha significato per me questo lavoro; l'ho già in parte detto nel libro Sud Altrove liberamente scaricabile online, come anche gli altri ragazzi e ragazze che hanno partecipato al progetto. Ho imparato molto anche dal tour e dagli scambi con le altre persone. Siamo stati a Reggio Calabria, all'Università della Calabria (Cosenza), a Roma, a Pisa, a Bologna, a Lamezia Terme, a Catania, e in tutte queste occasioni ci siamo confrontati/e con impressioni molto diverse: c'erano genitori arrabbiati,  giovani che restano, che sono tornati o che sono andati via senza alcuna intenzione di tornare, professori universitari, studenti o semplici curiosi. Una cosa è certa: il tema è molto sentito e c'è il forte bisogno che si vada oltre la semplice narrazione.  Per questo, con l'associazione con cui ho realizzato questo video stiamo raccogliendo delle firme per chiedere al comune della nostra città - Reggio Calabria - di affidarci un immobile inutilizzato per realizzare progetti in forma di coworking con le altre realtà che provano a restare. Restare è un'impresa ardua, io stessa sono perennemente sospesa tra il "qui" e l'"altrove", e le cosiddette istituzioni sono spesso un enorme e ingombrante ostacolo più che "quello che dovrebbero essere".  Quindi si prova a partire da quello che c'è e non viene valorizzato. Per info: liberareggio@gmail.com (ma possono firmare solo i residenti). 


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