In ogni caso probabilmente avrete sentito parlare della legge Levi, alias legge anti-amazon.
Qui un articolo di esempio, su Repubblica, ma ne trovate a bizzeffe volendo.
Riassumendo, chi vende libri, reale o virtuale che sia, da settembre in poi non potrà fare sconti maggiori del 15%.
Tranne gli editori che potranno volontariamente, in alcuni casi, salire fino al 25%.
Ecco, non entro nel merito di questa stupidaggine di legge.
La mia domanda è: visto che ho una wishlist enorme, sarà il caso di fare shopping selvaggio questo agosto?
Mi toccherà davvero buttare euro su euro per comprare più che posso a prezzi scontati o qualcuno lassù si renderà conto di questa idiozia che troncherà le gambe al mercato letterario italiano, già abbondantemente in crisi?
Io non ho grandi capitali da spendere in libri, è ovviamente la cosa che salta per prima, se ho poche disponibilità economiche. Da quando ha aperto Amazon, ma anche Ibs spesso, a parità di budget, posso comprare molti più libri. Quando entrerà in vigore la legge, dovrò ridurre drasticamente le mie letture.
E questo dovrebbe favorire le piccole librerie? Secondo loro io, con questa legge, prenderò l'auto, consumando gasolio e tempo, bestemmierò per trovare parcheggio, pagherò il parcheggio, e andrò nella libreria più vicina, solo perché online non ci sono sconti maggiori del 15%?
Davvero lo pensano? Ho i miei dubbi che sia davvero così, come sostengono.
Ok, questa estate shopping di libri.
Tanto poi non ne comprerò più nessuno per un sacco di tempo.