E’ partita l’offerta per il primo ebook di Narrativo Presente

Creato il 06 marzo 2013 da Autodafe

di Cristiano Abbadessa

Prima di tutto la notizia. Da oggi è possibile scaricare in offerta gratuita (fino al 23 marzo) il primo ebook della collana Narrativo Presente, dal titolo “La sovranità appartiene al popolo”. Il volume raccoglie i migliori racconti pervenuti nel corso del mese di gennaio, relativi al tema indicato, editati e rivisti con gli autori selezionati.
Per acquisire il diritto all’offerta gratuita potete richiedere il codice previsto, sulla nostra pagina facebook o su quella di BookRepublic. Informazione da far girare a tutti gli amici e conoscenti, di persona o di network, in modo da amplificare il messaggio che abbiamo già lanciato su tutti i canali possibili.
La scelta di partire con un lancio gratuito obbedisce, ovviamente, a una strategia di visibilità e circolazione dell’iniziativa. Al termine della campagna promozionale avremo un riferimento sul potenziale bacino d’utenza, rispetto al quale, nei prossimi mesi, confronteremo i dati di vendita dei numeri successivi (che avranno il prezzo di 2,50 euro). Partire da un potenziale bacino sufficientemente ampio serve anche a cercar di realizzare quella fidelizzazione che è strettamente connessa alla logica del progetto, basato su una precisa periodicità di uscita e sulla serialità dei temi che, nel loro insieme, vanno a disegnare la narrazione dell’Italia contemporanea.
Nel frattempo, come avranno notato coloro che ci seguono con attenzione, dalla sezione del Narrativo Presente sono scomparsi tutti i racconti del mese di gennaio, quelli scelti per l’ebook come gli altri. Andranno a formare quell’archivio della narrazione che sarà uno dei molti spazi della nuova sezione che apriremo a breve, riempiendola insieme di contenuti e interazioni.
Intanto, ci attrezziamo di pazienza e perserveranza, per vedere i primi risultati concreti del nostro progetto.

A seguire, qualche considerazione sui contenuti della narrazione. Ne abbiamo già parlato di sfuggita, ma mi sembra utile dare qui qualche spunto e persino qualche consiglio, senza la pretesa di dettare la linea o restringere troppo il campo della creatività.
Vorrei portare l’attenzione degli autori che hanno partecipato e che intendono partecipare al progetto sulla funzione del titolo e delle frasi che a ogni inizio mese lanciamo come traccia di lavoro. Il titolo, in realtà, serve a dare un’unità tematica di massima, ma è pensato soprattutto per favorire la fruizione da parte del lettore: una frase breve, in cui il tema è condensato in forma ultrasintetica, che serve per attrarre e per far capire, a grandi linee, su quale argomento si imperniano i racconti. Lo spunto della narrazione, però, dovrebbe essere dato soprattutto dalle frasi, che meglio definiscono i contorni della riflessione.
Mi spiego rifacendomi a quanto sinora scritto dagli autori. Già in gennaio il tema della sovranità popolare è stato affrontato soprattutto soffermandosi sul rapporto tra popolo e potere, o tra cittadino e politica; i precisi riferimenti al populismo (frase del presidente Napolitano) sono stati ignorati (ed è una scelta), quelli ai poteri non democraticamente eletti (frase di padre Zanotelli) è rimasto sottotraccia. Nell’insieme, comunque, i racconti sono riusciti a disegnare un quadro fedele (ne ho parlato nel post di commento elettorale) degli umori e dei sentimenti odierni. Nel mese di febbraio, però, il titolo “Indigenti e indecenti” ha preso un ulteriore sopravvento sulle frasi e le notizie che lo accompagnavano; quasi tutti gli autori hanno disegnato figure di indecenza e di indigenza, spesso sovrapposte, con acuta capacità di analisi socioculturale ma trascurando la questione, molto di attualità, della forbice in aumento tra ricchi e poveri. Anche qui una scelta che ci può stare, ma che rischia di allontanare la narrazione dagli elementi più “contemporanei”. Il pericolo, e lo dico senza alcun riferimento ai due racconti già in pista per marzo, è che, guardando solo ai titoli, ci si sposti sempre più verso una sorta di riflessione filosofica sui grandi temi; se giovani e vecchi nell’Italia di oggi diventano il pretesto per parlare della primavera e dell’autunno della vita, rischiamo di deragliare dalle intenzioni.
Mi permetterei perciò di richiamare l’attenzione sugli spunti di riflessione che possono provenire dalle citazioni e dalle notizie che riportiamo nel lancio. Nel caso di marzo, per esempio, è chiaro che l’attualità della questione è data dai vecchi che lasciano e quelli che si abbarbicano, dalle opportunità date o negate ai giovani, da valori quali l’esperienza, la lucidità o la competenza che non necessariamente obbediscono all’anagrafe. Le frasi che proponiamo sono volutamente lasciate alla libera interpretazione, e ben mi guardo dal trasformare il progetto in una rigida assegnazione del compito in stile tema scolastico, in cui al titolo facciamo seguire un “il candidato spieghi come ecc ecc”. Tuttavia, sono quegli spunti lì contenuti, e non i titoli che volano volutamente alto, a connettere con forza la narrazione alla contemporaneità. Altrimenti, si rischia di produrre qualcosa che non riguarda più l’Italia di oggi, che non va a comporre quella successione annalistica delle varie uscite mensili e che quindi non rientra nel nostro obiettivo fondante.
Pur essendo finora entusiasta dei risultati del progetto, credo che una piccola correzione di rotta possa esserci. Anche perché sono questi fili conduttori che permettono di avere, ogni fine mese, una raccolta in cui le differenze di stile e di punto di vista si riconducono però a un’unitarietà tematica sufficientemente forte da costituire quell’elemento identitario che possa prima attrarre e poi convincere il lettore. Che resta il destinatario di tutte le creazioni degli autori.


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